Valencia provincia del Mugello. Anche se il bello — speriamo — deve ancora arrivare, ieri i piloti italiani hanno vissuto in Spagna una giornata esaltante. Valentino Rossi torna in pole position dopo 4 anni e mezzo (Le Mans 2010), e subito dietro c’è Andrea Iannone: due italiani davanti a tutti, come non succedeva da Motegi 2010 (1o Dovizioso, 2o Vale). E poi, anzi prima, Niccolò Antonelli si prende di forza la sua prima pole in Moto3, mentre subito dopo, Franco Morbidelli fa il suo esordio in prima fila. Per trovare qualcosa di simile, occorre fare un ulteriore salto indietro, al 2009, in Repubblica Ceca, dove addirittura c’erano state tre pole azzurre: Valentino in MotoGP, Simoncelli in 250 e Iannone in 125. Per la cronaca, la domenica, Valentino e Marco vinsero, mentre Andrea salì sul terzo gradino del podio: incrociamo le dita. Rabbia In questa giornata tutta italiana, mancano due di quelli che oggi possono essere protagonisti della gara, oltre a Dani Pedrosa, che ha completato la prima fila MotoGP. Ovviamente si parla di Jorge Lorenzo e Marc Marquez, in seconda fila, uno accanto all’altro. Delusi ma con animo completamente diverso. Il maiorchino addirittura furioso con Rossi («Eh, eh, meglio se è nervoso…»), reo di avergli succhiato la scia per andare a prendersi la pole mentre lui usciva dalla prima fila. Replica «Non è normale fare lo stesso identico errore due volte (con caduta, una al mattino, l’altra durante le qualifiche, n.d.r.) in un giorno. Dopo aver mollato i freni, mentre andavo a riprendere il gas, ho sfiorato ancora la leva: ma i dischi in carbonio sono molto sensibili e sono scivolato. Si poteva evitare. Ma, a parte il dispiacere per il lavoro a cui ho costretto la squadra, mi sento a posto per la gara. Ho le idee abbastanza chiare per le gomme e la messa a punto ideale per un buon passo». In affetti il campione è stato primo in tutti i turni, meno che nella qualifica (il 5o tempo è il peggiore dell’anno), con un margine di circa mezzo secondo sul resto del gruppo. Lui prudentemente svia i «sospetti». «Dani è andato forte e anche Jorge. Valentino sembra un po’ più indietro, però è un uomo da gara, quindi se ha fatto la pole vuol dire che sarà un osso duro. Poi si gioca il 2o posto iridato. Ha un piccolo vantaggio di punti, quindi lo vedo favorito, perché può controllare il suo risultato». Rincorsa Già, ci sono questi 12 punti a favore di Valentino , ma Lorenzo arriva alla gara con il dente avvelenato. «Non è bello che qualcuno ti aspetti, ti prenda la scia e poi ti porti via il risultato per cui lavori duramente tutto il fine settimana. Se lo fa un pilota di metà classifica lo puoi capire, ma un campione come lui… E’ come se ti prepari ad un esame universitario per tanto tempo e poi arriva uno, copia e fa meglio di te. Non è vietato dal regolamento, ma io non l’ho mai fatto e sinceramente non mi piace». Rabbia a parte, Lorenzo crede ancora nel 2o posto. «Ho un buon ritmo e l’unico problema di non essere in prima fila è che hai dei piloti davanti e non puoi fare la tua strategia. Ma anche Marquez, a parte le cadute, è andato molto forte e altrettanto va Pedrosa. Quindi, se riuscirò a stagli davanti potrebbero tenere Valentino fuori dal podio. Ho un ritmo migliore del suo, credo mi possa infastidire per i primi 2-3 giri». Rallentamento Dagli altri, per esempio Pol Espargaro (6o) ci si può aspettare qualche exploit. Sarà un po’ in salita la gara di Andrea Dovizioso, che ha mostrato un gran ritmo — per stare con i 4 grandi —, ma poi è mancato in qualifica. «A causa del vento, che dà sempre fastidio, ma questa volta ancora di più, era a raffiche e ho perso confidenza con l’anteriore. Un peccato perché abbiamo girato forte. Devo fare una grande partenza e provare a stare con quelli davanti». Che la rossa qui si trovi a proprio agio lo dice anche il passaggio di forza alla Q2 del collaudatore Michele Pirro, appena riconfermato, che però poi si è trovato senza gomme morbide (non si credeva in questa promozione quando sono state scelte?) nel momento decisivo. Il 12o tempo, è comunque una bella soddisfazione. Intanto dal 2016 tornerà il GP d’Austria: si correrà al Red Bull Ring di Zeltweg, che già ospita la F.1.
Totalmente inaspettata. Perché Valencia non è una pista che ama e, soprattutto, perché Valentino Rossi aveva faticato un bel po’ nelle libere prima dei 15’ decisivi. Ma in questa stagione per certi versi straordinaria, Vale non finisce mai di stupire e così ecco la 50a pole nella classe regina, la 60a della carriera, 4 anni e mezzo dopo Le Mans 2010. «C’era ancora la tv in bianco e nero», ironizza. Un’altra impresa da primato: la pole di ieri arriva 18 anni e 81 giorni dopo la prima in 125 a Brno nel 1996. Valentino, complimenti, però Lorenzo è arrabbiato: dice che senza il suo «aiuto» non avrebbe mai fatto questa pole. «A dir la verità non ho cercato la sua scia, sono stato solo fortunato a trovarmi dietro a Jorge: con la seconda gomma ho fatto un errore alla seconda curva, così ho deciso di rallentare per far raffreddare le coperture e avere un altro giro a disposizione. Quando ho ricominciato a spingere, mi ha passato Lorenzo: era davanti a me di circa un secondo, il suo è stato un piccolo aiuto. In passato è capitato tante volte a me di perdere una pole o la prima fila perché qualcuno aveva sfruttato la mia scia. Sono contento che sia nervoso…». Se l’aspettava questa pole? «Sinceramente è una grande sorpresa anche per me. In qualifica mi sentivo bene, siamo riusciti a migliorare l’assetto della M1 e con la seconda gomma ero a posto, con tanto grip sul posteriore. Insomma, mi aspettavo di fare un buon risultato, ma non pensavo certo alla pole: scorrendo la classifica, cercavo il mio nome dal secondo posto in giù, invece ero davanti a tutti». Per la gara come è messo? «Non benissimo: dobbiamo migliorare ancora. Le Honda sono più efficaci con le gomme consumate e anche Lorenzo ha un ritmo leggermente migliore del mio. Ecco perché dobbiamo trovare qualcos’altro nel warm up. La pole fa piacere, è importante perché partire davanti a tutti dà comunque un vantaggio, ma non basta per vincere la gara». Marquez è caduto due volte: è diventato vulnerabile? «Se gli stai più vicino, diventa più facile fargli fare un errore: ecco perché, pensando al 2015, bisogna che la Yamaha migliori ulteriormente. Ma comunque Marc rimane il favorito»