Come potare i vitigni
In generale è bene tenere sempre a mente che un vitigno chiede impegno e pazienza, oltre che costanza e determinazione, dal momento che i risultati non immediati potrebbero scoraggiare subito. Se queste caratteristiche non mancano, si potrà procedere per prima cosa alle operazioni di vangatura. Se si ha a che fare con vasti appezzamenti, sarà necessario scavare anche un metro, qualora invece la zona da gestire sia più limitata sarà sufficiente smuovere anche solo 30 o 40 centimetri, permettendo in questo modo al terreno di godere di una corretta aerazione. Ritenete che questa operazione sia troppo gravosa? In questo caso se pensate sia il caso, potete acquistare una motozappa che potrà aiutarvi nell’uso di vanga, fresa, erpice.
Sistemato il terreno, si potrà procedere alla concimazione organica, meglio a base di letame, che fornirà al terreno fosforo, azoto e potassio mancanti. Se non volete badare a spese, sostituite il letame con l’humus..noterete la differenza! Queste operazione andranno effettuate in primavera, ma sarà soltanto dopo l’inverno che si potrà procedere all’impianto. Per prima cosa, però, bisogna rastrellare l’area e poi rendere liscio il terreno, appiattendo eventuali montagnette che potrebbero essersi formate con il passare del tempo. A quel punto si potrà procedere alla realizzazione dei caratteristici pali che dovranno raggiungere almeno 1.70 m di altezza ed essere costruiti in legno o in acciaio.
Potatura della vite, come fare e cosa serve
Troverete nei negozi specializzati dei pali costruiti ad hoc, tuttavia se volete cimentarvi nel fai da te ricordatevi di tenere in considerazione che i pali iniziali e finali avranno in diametro compreso tra i 10 e i 12 cm, mentre quelli centrali un diametro di 6 cm circa. Messi giù i pali si dovranno tirare i fili di ferro zincato o di acciaio in orizzontale, mantenendosi a 80 cm di altezza circa e tirando ogni 40 cm così da creare la caratteristica struttura
Attenzione perchè per eseguire in maniera corretta queste operazioni sarà fondamentale infatti identificare in maniera corretta il tipo di terreno e quindi la tipologia di vitigno considerando anche clima, esposizione al sole, altitudine tutti fattori che incideranno sul vostro vino. Preso atto di questo si potrà procedere all’acquisto delle barbatelle, da acquistare un anno prima dell’impianto, e che dovranno rispettare le delibere delle varie giunte Regionali. Non sapete cosa sia una barbatella? Essa rappresenta l’abc per ogni viticultore, viene ricavata da una vite adulta e di fatto che è un pezzo di vite da cui si svilupperà la struttura della nuova. Quasi tutte le barbatelle sono già innestate, ovvero frutto dell’unione di due tralci tra loro differenti. In questo modo non solo la barbatella sarà più produttiva, ma anche particolari anomalie possono essere corrette, mescolando ad esempio un innesto che produce troppe foglie con uno che ne produce poche e costruendo così un equilibrio che rappresenta la situazione ottimale per che coltiva la vite stessa.
Può quindi a questo punto essere utile un veloce excursus tra le varie tipologie di vitigni e quindi di uve del nostro territorio. La prima cosa da considerare è che a diversificare tra loro i vitigni sono la forma dei chicchi e del grappolo, delle foglie e degli acini, le caratteristiche delle uve stesse e le varie specifiche tecniche di ogni elemento. Distinguiamo quindi uve a bacca bianca, uve a bacca nera, uve a bacca grigia. Definita questa macrocategoria, si passano alle analisi più specifiche, di cui si occupa l’ampelografia, e che hanno come obiettivo lo studio specifico di foglie e bacche nel dettaglio. A questo punto dovreste avere tutte le informazioni per mettere in piedi un vitigno di tutto rispetto. Non resta che augurarvi buona fortuna, buon divertimento e…buon vino!