Accortezze da usare per coltivare la pianta pachira
Le Pachira non sono difficili da coltivare: bisogna sempre tenere a mente che sono piante tropicali, abituate all’umidità, alle alte temperature e alle abbondanti piogge. Queste piante possono crescere sia all’aperto (in zone in cui le temperature della stagione fredda sia però mite) che, appunto, in appartamento. La pachira vive e bene in zone dove la temperatura si aggiri tra i 18-27°C d’estate e anche più e 10 °C d’inverno. Può tollerare per brevissimi periodi di tempo temperature intorno agli 0°C, ma questo provocherà la caduta delle foglie. Dove posizionare la pianta? La pachira va messa in piena luce, ma non sotto i raggi diretti del sole: il massimo tempo in cui la pachira può rimanere esposta al sole è il tempo di un’oretta, ma al mattino presto o verso il tramonto, quando la luce solare è meno violenta e dannosa. Il sole diretto causa l’ustione delle foglie che danneggia la pianta in modo irreparabile. Quando la pachira sia in vaso, durante la bella stagione si può mettere all’aperto, anche perché le Pachira amano l’aria, per cui è importante che ci sia sempre un buon ricambio dell’aria. Attenzione alle correnti d’aria fredda, dannose per la pianta.
La pachira: come e quanto annaffiarla
La Pachira è una pianta abituata ai climi tripicali e umidi delle zone equatoriali, quindi va annaffiata abbondantemente a partire dal periodo primaverile e per tutta l’estate. L’acqua adoperata, come accennato, non deve essere calcarea, poiché il calcare tende a rendere il terreno inadatto alla sopravvivenza della pachira: il terricio deve essere sempre umido e non bagnato. Durante l’inverno la pachira va annaffiata con parsimonia, cercando di mantenere il terriccio sempre umido. Altra accortezza da adoperare verso questa pianta così abituata all’umidità è la nebulizzazione delle foglie. Inoltre è consigliabile disporre la pianta su un sottovaso pieno di ciottoli per poi riempirlo d’acqua facendo attenzione che il fondo non sia immerso nell’ acqua: ciò causerebbe il marciume della radice e la morte della pachira. Adoperando i ciottoli l’acqua del sottovaso evaporerà, inumidendo l’aria. Se invece viene coltivata all’esterno, allora in questo caso è di fondamentale importanza non metterla in corrispondenza di depressioni del terreno poichè ciò causerebbe il ristagno idrico.
La concimazione e la potatura della pianta pachira: ogni quanto fertilizzare il terriccio e come potare
La Pachira va fertilizzata ogni 3 /4 settimane con un concime liquido da diluire nell’acqua di irrigazione. Il fertilizzante da noi adoperato deve essere molto ricco di microelementi, come il magnesio, il manganese, il ferro, lo zinco, il rame, il boro. Altra accortezza da usare: la pachira non va potata, semmai basta eliminare le foglie e i rametti danneggiati. Questa piante è inoltre molto robusta, non essendo soggetta a malattie particolari. Se però la nostra pianta dovesse ammalarsi, i sintomi sarebbero delle macchie gialle sulle foglie e accartocciamento delle stesse. Ciò è sintomo del ragnetto rosso, che si sconfigge nebulizzando maggiormente le fronde della pachira. Altro problema che èuò insorgere è la presenza di animaletti biancastri sulla pianta: se si intravedono dei piccoli insetti bianco- giallastri si è in presenza di afidi. Occorre trattare la pianta con antiparassitari specifici.
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