La musica, come le lingue, cambia, si evolve e si trasforma. Questione di mode, di sensibilità e di culture. Assieme ad essa cambia anche il modo di ascoltarla. Non c’è bisogno di andare troppo indietro con la memoria per capire quanto ciò sia vero: negli ultimi 10 anni si è consumato il boom dei Cd, la “rivoluzione” degli MP3, e la nascita della musica ascoltata (e venduta) tutta in digitale, via internet. Eppure, c’è un formato che non accenna a scomparire, ma che anzi continua ad avere un buon numero di inossidabili appassionati. Stiamo parlando del vinile. Il motivo? Non certo questione di praticità (avere un giradischi in casa è tutt’altro che comune): la ragione sta tutta nel fascino inimitabile dei dischi in vinile.
Dischi in vinile: ecco perchè hanno fascino
C’è chi dice che i dischi in vinile suonino meglio. In realtà, non è così, o almeno non lo è sempre. Le tracce audio digitali, in genere, possono contare su una qualità più alta. Ma ciò che non hanno è la pienezza del suono di un vinile. Al giorno d’oggi, la musica in digitale è rigorosamente modificata e standardizzata: tutte le frequenze vengono messe in primo piano, per offrire un risultato uniforme. Il vinile fa il contrario: ridà alla musica la sua dinamica originaria. Magari imperfetta, ma sicuramente più genuina ed emozionante. I bassi morbidi e il suono aperto e arioso degli alti della musica su vinile sono tutt’altra cosa rispetto alla “perfezione” asettica della musica odierna. Un po’ come ascoltare un’esecuzione dal vivo, sempre unica nonostante le piccole sbavature.
Eh sì, perché un vinile porta inciso su di sé i segni del tempo, e racconta un pezzo di storia di chi lo ha posseduto. I granelli di polvere che si sono depositati col tempo, i piccoli solchi e le incrinature del disco, rendono ogni vinile un’esperienza unica. Non ce ne sono due che suonino allo stesso modo. Senza contare che ascoltare un disco in vinile è un’esperienza anche fisica. Togliere l’LP dalla custodia, toccarne i solchi con le dita, sistemarlo sul giradischi e poi posizionare la puntina e iniziare l’ascolto sono tutti piccoli riti per gli appassionati. Molto diverso dall’asettica riproduzione di un file musicale sul proprio pc, magari scelto a caso e con distrazione da una playlist. Con un vinile, la musica si apprezza di più proprio perché richiede un piccolo impegno personale per venire riprodotta.
Comprare i dischi in Vinile, come fare
Non è un caso che i negozi che vendono LP siano sopravvissuti alla crisi economica e alla rivoluzione del mercato della musica. Anche se spesso si tratta di ritrovi per appassionati, è sempre un’emozione entrare, e rovistare tra le pile di dischi in vendita. Un po’ come perdersi in un tempio della musica d’altri tempi.
La nota negativa è sicuramente il prezzo. Gli LP hanno un loro costo, che magari non tutti sono pronti a sobbarcarsi. Ma ciò vuol dire che avranno sempre un proprio valore, anche fra 10 anni. Trovare dei dischi in vinile da collezione non è così difficile come si potrebbe pensare: si possono trovare nei negozi specializzati, comprare su internet, o (con un po’ di fortuna) andare alla ricerca di offerte ai mercatini dell’usato. Alcuni raggiungono prezzi davvero stratosferici: basti pensare che God Save The Queen/No Feelings dei Sex Pistols è quotato a 8.000 sterline. E non è niente in confronto al primo (e unico) vinile dei The Quarrymen, quelli che poi sarebbero diventati i Beatles: 100.000 sterline di valore per un pezzo unico al mondo.
Il fascino del vinile insomma non è una pura moda vintage. E’ tutto un altro modo di godere la musica, che assicura sensazioni uniche rispetto a quelle di oggi, in un periodo in cui siamo abituati a fruire di questo media in maniera quasi usa e getta. Una volta provato, è davvero difficile tornare indietro.