Dall’analogico al digitale, ecco come è cambiata la musica


Analogico o digitale, come ascoltare e fare musica? Questo radicale passaggio ha segnato la storia musicale del Novecento. I supporti analogici rappresentano una prima innovativa rivoluzione che ha consentito a milioni di appassionati di musica di avere a portata di mano i propri album preferiti. Era il tempo dei dischi in vinile e delle musicassette, che venivano inserite in walkman e autoradio.

Questa nuova, per l’epoca, modalità di fruizione cambia il ruolo dell’ascoltatore che ha a disposizione strumenti per manipolare la musica e modificare quindi i brani. Ciò dà l’avvio al trend delle compilation realizzate in ambito amatoriale, i mix tape diventano un fenomeno popolare. Una banale audiocassetta poteva racchiudere una visione altamente soggettiva della musica. Un percorso individuale nell’eterogeneo panorama dell’ascolto.

Come è cambiata la musica? Dal Cd allo streaming

L’altro snodo essenziale risale agli anni ’80, quando, grazie a un nuovo supporto, si verifica il passaggio dal mondo analogico a quello digitale. Il cambio di registro coincide con l’avvento del compact disc (CD). La musica parla un’altra lingua, in alta definizione.

A dispetto del vinile, la cui riproduzione è soggetta a dei lievi disturbi generati dallo scorrere della punta del giradischi, il CD implica la lettura dei brani mediante un sistema laser che li trasforma in un codice binario.

La novità costituisce un’inversione di rotta per la musica che viene scomposta e articolata in numeri. Il CD impone un inedito formato anche dal punto di vista estetico, una trasformazione per i consumatori abituati al vinile. Il compact disc prevede una grafica di dimensioni più ridotte e variano i costi.

Ma questo più che un punto d’arrivo è la partenza del processo di digitalizzazione. Negli anni ’90 i computer iniziano a diffondersi nelle abitazioni, per scopi quindi non professionali. E con il masterizzatore divengono strumenti per produrre copie uguali ai CD originali. I PC si presentano inoltre fin da subito anche come una risorsa per fare musica.

L’evoluzione tecnologica promuove nuove correnti artistiche e sistemi di realizzazione della musica, con logiche ripercussioni sul piano sociale. La rivoluzione digitale si configura oggi come la base per la produzione musicale, rilevante tanto nelle modalità di registrazione come in quelle dell’effettiva composizione.

Prendere parte a un corso Logic Pro X Studio, ad esempio, coincide con la possibilità di apprendere le tecniche per la registrazione audio e la programmazione di batterie elettroniche, ma anche acquisire le nozioni necessarie per operare su progetti musicali multitraccia, usare plug-in e virtual instrument, eccetera.

Conoscenze tecniche accessibili da parte di una vasta platea di potenziali utenti. Una democratizzazione dei processi produttivi che attualmente trova applicazione nei contesti musicali più diversi: dal dj attento alla qualità delle sue performance live ai musicisti interessati alle forme più raffinate del progressive.

Il fenomeno dello streaming sulle piattaforme di condivisione musicale, infine, fa della digitalizzazione un mezzo per raggiungere, in pochi istanti, milioni di appassionati di musica in ogni angolo del mondo.

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