“Regionali che?” Renzi da Vespa fa scena muta


di Wanda Marra Nessuno glielo chiede e lui non dice una parola. Mentre la partita per la presidenza dell’Emilia Romagna precipita nel caos più assoluto, il premier, nel salotto di Bruno Vespa, che lo ospita per una prima in grande stile, si guarda bene da affrontare il tema. Un silenzio che salta doppiamente agli occhi visto che il conduttore gli serve un piatto di tortellini. “Faremo il patto del tortellino in Europa”, aveva scherzato il segretario-premier, circondato dai giovani leader del Pse domenica alla Festa dell’Unità di Bologna. Una bella appropriazione del simbolo emilian- bersaniano. Ma evidentemente la situazione in quella Regione gli è del tutto sfuggita di mano. Prima, con il tentativo (fallito) di trovare una “soluzione unitaria” sul nome di Daniele Manca, il sindaco di Imola, voluto da Errani. Ora, con i due candidati di punta alle primarie, Matteo Richetti e Stefano Bonaccini indagati, il primo ritirato, e il secondo decisamente in bilico. “Presidente, con Richetti e Bonaccini indagati cosa succederà per le primarie in Emilia- Romagna?”, gli chiedono i cronisti all’uscita dallo studio di Vespa.

“Buon lavoro”. Nessuna risposta. A Porta a Porta il premier appare stanco, decisamente meno brillante del solito. Si inceppa sui tecnicismi, come quando cerca di spiegare il pagamento dello stato dei debiti della Pa. I fronti aperti sono tanti, e su tutti i piani. Non si fa mancare le promesse: “Penso e credo che nella legge di stabilità avremo un’ulteriore diminuzione delle tasse sul lavoro. Ci sono varie ipotesi sui modi e la finanziamo con la riduzione della spesa”. In effetti, lo stesso ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan sabato scorso alla festa del Pd di Bologna aveva parlato della possibilità di ridurre le tasse per le imprese, l’obiettivo cui sono finalizzati i tagli nei ministeri.

Matteo-RenziMA INTANTO lo Sblocca Italia non è ancora arrivato al Quirinale. E sono passati dieci giorni dal Cdm che lo ha teoricamente licenziato. E ancora, sugli statali: “I denari per risolvere gli sblocchi dei salari e gli scatti, secondo i ministri già possono essere trovati”. Annuncio quest’ultimo decisamente in contrasto con quanto dichiarato dal ministro per la Pa, Madia, che si era presa l’onere di far sapere del blocco agli stipendi degli statali. A proposito di pubbliche sconfessioni.

E AL COLLE non ci è arrivato nemmeno il decreto sulla giustizia civile. A via Arenula erano certi che sarebbe stato sul tavolo del Colle già lunedì. Ma l’Anm è sul piede di guerra, la quadra non si trova. Problemi, uno dopo l’altro. Non manca l’ammissione sul Pil: “Que – st’anno balleremo intorno allo zero”. La ripresa non c’è, la versione ufficiale dalle parti di Palazzo Chigi è che dipende da condizioni pregresse. Ma a Renzi tocca rispondere alla critica: “Mi accusano di essere troppo sorridente. Dietro questo sorriso c’è tanta voglia di faticare e lavorare”. Non si risparmia le battute e gli affondi neanche questa volta Renzi. Arrivano “i professionisti della tartina”. “C’è un sacco di gente che in 20 anni ha fatto tanti convegni, io li chiamo i professionisti della tartina, che dicono l’Italia non ce la fa e poi va in vacanza in Australia”. Però, nel frattempo, anche le riforme sono di là da venire. Se è per l’Italicum in Senato, non è ancora stato incardinato neanche in Commissione Affari costituzionali.

Alla Camera l’ap – prodo in Aula delle riforme arriverà non prima di 60 giorni, a occhio e croce. Anche lì, c’è prima la Commissione. Si tratta a 360 gradi, con i bersaniani (e le minoranze in senso ampio) sul piede di guerra per un posto in segreteria. E pronti al ricatto su tutto (dall’Emilia, alle riforme, passando per l’economia). Per dirla con Miguel Gotor: “Noi ci stiamo a fare una segreteria unitaria, ma se c’è una vera condizione per lavorare insieme. Per ora non sembra così”. Ha un bel dire Lorenzo Guerini che “ci sono le condizioni per una segreteria unitaria”. Per adesso, la situazione è in stallo. Direzione domani, con Renzi che comunque non ha nessuna intenzione di fare passi indietro nè per quel che lo riguarda: (“Dimettermi da segretario? Non ci penso proprio”), né sulle questioni in campo. In questo clima non manca neanche la battuta sul governo salta agli occhi: “Quanto durerà? Certo meno di Porta a porta”. Rimpasto in vista, modalità e nomi nel caos più totale.

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