Chiara Poggi, il Dna sotto le unghie non è di Alberto Stasi


Un cromosoma Y, cioè maschile, è stato rinvenuto sulla mano della ragazza uccisa a Garlasco sette anni fa, ma non è possibile stabilire di chi sia. Intanto “Giallo” pubblica in esclusiva la foto a colori scattata dai carabinieri il giorno del delitto: sul braccio di Stasi, come si vede, non c’è alcun graffio, come invece sosteneva l’accusa.

C’è un dna maschile sulle unghie di Chiara Poggi. Lo confróntenla remo con quello di Alberto Stasi. Perché lui, il giorno del delitto, aveva alcuni strani graffi sul braccio. È stato anche fotografato dai carabinieri. Avete notato come era vestito, in quei giorni? Era estate, eppure era sempre a maniche lunghe, anche al funerale di Chiara. Che cosa nascondeva sotto le braccia? Forse quei graffi?”. Questa è l’ultima, incredibile, ipotesi fatta contro Alberto Stasi dagli avvocati dell’accusa e della parte civile. Un castello in questi giorni crollato di fronte a due dati scientifici e oggettivi: non è possibile stabilire che sulle unghie di Chiara ci fosse il dna di Alberto, e non c’e- ra alcun graffio sulle sue braccia, come dimostra la fotografia che Giallo pubblica per la prima volta a colori qui a fianco. Siamo, dunque, punto e a capo.. Ma andiamo con ordine e vediamo tutto nel dettaglio. Partiamo dall’esame sulle unghie, che l’accusa ha chiesto di poter eseguire a sette anni dal delitto. Che esame è? E che risultati ha dato? E perché si è aspettato tutto questo tempo per analizzare le unghie? Per prima cosa bisogna dire che le unghie di Chiara erano già state esaminate. Il 4 settembre 2007 i Ris di Parma hanno presentato un verbale di operazioni tecniche di cui vi parleremo in maniera più estesa in un riquadro nelle prossime pagine.

Tra i vari esami, i Ris hanno descritto quelli eseguiti proprio sulle unghie di Chiara Poggi. Questi esami erano volti a cercare Dna di un ipotetico assassino sotto le unghie di Chiara e, scrivono i Ris nella loro relazione, hanno dato esito indexnegativo. Quindi, gli esami relativi alle unghie di Chiara non sono una novità: erano già stati compiuti nel lontano 2007 e non avevano dato alcun esito. Sotto le unghie di Chiara non c era nulla. L’accusa contro Alberto Stasi ha chiesto ora al giudice di poter condurre un esame diverso. Non più sotto le unghie, come nel 2007, bensì su quel che resta dei “pezzettini di unghie” i “margini ungueali”. Sopra questi margini, lacerna ha chiesto di cercare non più genericamente del Dna, ma un cromosoma y, cioè quella parte di dna che identifica il genere maschile. Con questo nuovo esame è stato trovato qualcosa: sulle unghie di Chiara, e non sotto, ce traccia di un uomo. Vuol dire che Chiara è entrata in contatto con un uomo, lo ha sfiorato, lo ha toccato, gli ha stretto la mano, ma non lo ha graffiato. Questa traccia è stata ora confrontata con il Dna di Alberto Stasi: la perizia non è ancora stata depositata, ma già si sa che la comparazione potrà non dare risultati apprezzabili. Per poter accertare una coincidenza tra due cromosomi y, infatti, serve che almeno 9 marcatori di uno e dell’altro siano sovrapponibili. I due cromosomi devono coincidere almeno in 9 punti. Invece, gli esami scientifici hanno trovato, pare, solo 5 punti di contatto. Dunque si potrà al più dire che il Dna di Alberto e quello ignoto trovato sulle unghie abbiano alcuni punti in comune, ma come con quelli di moltissimi altri uomini. Non si può dire, invece, che il Dna sulle unghie di Chiara appartenga con certezza ad Alberto. Di chi è, allora? E soprattutto: che cosa proverebbe poi, questo dato, considerando che Alberto era il fidanzato di Chiara ed era stato con lei fino a qualche ora prima? L’accusa non si pone questa domanda e insiste: sulle braccia di Alberto, dice, cerano dei graffi sospetti, fotografati dai carabinieri.

E lui, i giorni seguenti, Vestiva sempre con le maniche lunghe. Al di là del fatto che se avesse avuto qualcosa da nascondere, Stasi sarebbe andato a maniche lunghe anche e proprio dai carabinieri, mentre li si presenta con una maglietta sbracciata, la fotografia scattata quel giorno e ora disponibile per la prima volta a colori su Giallo, dimostra piuttosto che sul braccio, Alberto Stasi, non aveva proprio alcun graffio. La fotografia è stata scattata perché su quella maglietta cera un pelo, probabilmente del suo cane, e i carabinieri hanno pensato che potesse essere utile alle indagini. Non avevano notato graffi strani, dunque, ma un pelo. Questa foto, che potete vedere anche voi, difficilmente entrerà a far parte delle prove contro il ragazzo nel processo che riprenderà T 8 ottobre. La battaglia legale è ancora aperta e per avere una sentenza bisognerà attendere ancora qualche mese. I nuovi accertamenti andavano fatti per scrupolo, ma, al momento, non sembrano aggiungere né togliere nulla. Ci saranno altri colpi di scena?

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