La sesta stagione è appena cominciata, ma siamo già entrati nel vivo. Una nuova famiglia mafiosa, i Ragno, vuole prendersi Catania, ma se la deve vedere non solo con la squadra Duomo di Domenico Calcaterra e Lara Colombo, ma anche con un altro pericolosissimo clan. Il redivivo De Silva, intanto, è ancora una volta il vero uomo nero, quello che sa sempre tutto e tiene i contatti tra i boss e i poteri deviati dello Stato. Mentre Veronica Colombo ottiene gli arresti domiciliari, ma finisce nella misteriosa ragnatela di Crisalide. E Rosy, arroccata nel suo dolore per la perdita del piccolo Leonardino? Solo lei possiede delle informazioni segretissime per affrontare la minacciosa Crisalide… Insomma, si preannuncia una stagione più ricca che mai di azione, colpi di scena e intrighi. E intanto già si sta girando la settima stagione! Se, come noi, siete fan di «Squadra», qui troverete curiosità, numeri e qualche anticipazione della vostra serie preferita.
Fabrizio Nevola il mio ettore ragno? Un ragazzo edUcato al male dal padre Una lunga gavetta a teatro, tanto che con Massimo Ranieri ha portato su Raiuno le commedie di Eduardo De Filippo. E una parte leggera nella fiction «Capri». Fabrizio Nevola, napoletano, 35 anni a ottobre, presta il volto a Ettore Ragno, il nuovo cattivo di «Squadra antimafia 6». Ma il suo non è il solito boss mafioso delle fiction, come tiene a precisare. Perché è diverso? «Perché gli altri sono mafiosi già affermati. Invece Ettore e i suoi fratelli sono solo agli inizi. Hanno ereditato dal padre l’educazione al male, ma la loro vita mafiosa comincia con l’uscita dal carcere del mio personaggio». Molti attori dicono sia più difficile interpretare un cattivo che un buono. È d’accordo? «No, perché chi lo pensa parte da un errore di fondo: e cioè credere che recitare sia essere se stessi. Quindi, se non si è perfidi è difficile sembrarlo. Per me, invece, recitare vuol dire studiare, fare la gavetta, sacrificarsi come il chirurgo che comincia con le appendiciti e dopo tanto tempo passa agli interventi a cuore aperto. Altro che essere se stessi!». Lei di gavetta ne ha fatta parecchia… «Il mercato italiano è molto competitivo perciò ho cercato sempre di migliorarmi facendo un po’ di tutto: il teatro classico, quello sperimentale, il teatro danza…». Ha lavorato anche con Massimo Ranieri. «Lui è stato il completamento della mia formazione dopo l’Accademia Silvio D’Amico: è uno che chiede, pretende e non ti molla finché non riesci a fare quello che dice lui». Tanto teatro, poca televisione. Una scelta? «È capitato così, ma ho ben chiara l’importanza della televisione, l’unica in grado di regalarti successo e opportunità anche se il rischio del marchio è dietro l’angolo». Tornando a «Squadra antimafia», ci sarà anche nella 7ª stagione? «Posso dire solo che i Ragno ci saranno. Ma non sappiamo quali»