La potatura è un’operazione fondamentale e molto importante nel giardinaggio in genere, così come nella frutticoltura, in quanto consente di dare alla pianta la corretta forma e aumentarne la produttività. Quasi tutte le piante necessitano di potatura, anche per salvaguardare la salute della pianta stessa. Tale attività va però eseguita nella maniera corretta, seguendo le giuste indicazioni degli esperti, e soprattutto nel giusto periodo. Anche il pesco ha le sue regole di potatura, con diverse metodologie e in tempi ben definiti.
Potatura del pesco: regole generali
La potatura non è altro che l’eliminazione di rami e parti della pianta che ne possono compromettere la corretta crescita: parti che sono rovinate, danneggiate o troppo grandi che rischiano di ridurre la produzione di frutti. La potatura del pesco è molto delicata e richiede attenzioni maggiori rispetto ad altre piante, proprio perché il pesco è di per sé una pianta delicata che se ben curata può dare molti frutti. La potatura è il motore di questa crescita e del raccolto. Il pesco, va da sé, per crescere necessita del giusto spazio e il modo migliore per dare alla pinta questo spazio è, appunto, la potatura. Lo spazio necessario va calcolato in funzione della forma di allevamento che si vuole dare alla pianta: su portainnesti deboli si svilupperanno piante piccole e meno ingombranti; su portainnesti vigorosi avremo piante molto grandi che necessitano di ampi spazi per svilupparsi. In termini numerici portainnesti deboli possono essere piantati abbastanza vicini tra loro, circa 1.5 metri tra una pianta e l’altra; 3-4 metri tra una fila e l’altra. Porta-innesti vigorosi, invece, devono essere distanziati calcolando uno spazio vitale di almeno 15-20 metri per ogni pianta. La potatura ovviamente va fatta con una certa preparazione e attenzione: non è sufficiente tagliare ed eliminare rami secchi. Di fondamentale importanza anche gli attrezzi, che facilitano di molto l’operazione se efficaci e adatti.
Potatura del pesco: quando e come farla
Quando il pesco è molto giovane, fino ai primi 3-4 anni di vita della pianta, necessita di almeno due potature: la prima di formazione, da effettuare nei mesi estivi; la seconda di produzione, da eseguire nel periodo di riposo vegetativo della pianta, quindi tra febbraio e marzo. Eventualmente, in caso di gelate tardive, si può rimandare l’operazione fino a marzo-aprile. Dopo i primi anni di vita le potature annuali diventano una sola, con il solo fine di eliminare rami in eccesso, contenendone la crescita in altezza. La potatura effettuata nei primi anni di vita del pesco serve a conferire la sua forma di allevamento definitiva. Si interviene sulla pianta eliminando i germogli che si sviluppano nei primi 30-40 centimetri dell’astone, lasciandone solo 5 o 6.
Questi germogli devono essere scelti in base alla omogeneità di sviluppo, mantenendo in vita solo i più sani e vigorosi. Poi si andrà a fare una potatura verde, scegliendo quei germogli che andranno a costituire l’impalcatura del vaso. I germogli in sovrannumero vanno eliminati torcendoli: questa torsione favorisce l’attività fotosintetica senza compromettere lo sviluppo degli altri germogli lasciati intatti. Dopo i primi anni di vita la potatura del pesco servirà solo a mantenere la forma conferita, contenendo i rami che crescono in altezza. Il principio da seguire è sempre lo stesso: mantenere una gemma apicale che si sviluppi in altezza, assottigliando i rami sottostanti lasciandoli con una forma tipo a lisca di pesce. Quando il pesco raggiunge i 4 metri di altezza, significa che ha terminato la sua fase di crescita e bisogna, quindi, intervenire con potature che mantengano questa altezza senza intervenire ulteriormente su forma e sviluppo.
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Potatura del pesco: le tre tipologie
La potatura serve, come già accennato, a dare forma e mantenerla nel tempo, donando alla piantalo spazio necessario per un sano sviluppo. La potatura del pesco segue due forme standardizzate: a palmetta e a fuso.
La prima tipologia viene realizzata per facilitare la raccolta dei frutti, oltre che per motivi estetici. Viene lasciato il primo ramo a pochi centimetri dal suolo; le distanze tra gli altri rami saranno, invece, di almeno un metro. Salendo, i rami avranno una lunghezza decrescente. Si definisce a palmetta proprio per il suo aspetto che richiama esattamente quello di una piccola palma. Quando la pianta ha raggiunto il primo anno di vita, nel periodo del riposo vegetativo, bisogna cimare il fusto a 50-70 centimetri da terra. Con la stagione estiva, quando i nuovi germogli saranno sufficientemente grandi, si selezionano i tre migliori per consistenza e si rimuovono gli altri. Nell’estate del secondo anno di vita del pesco, di ognuno dei tre rami lasciati l’anno precedente, si selezionano i tre nuovi germogli migliori e si recidono gli altri. Stessa cosa per la terza estate consecutiva. Giunti a questo punto la struttura del pesco è completa: negli anni successivi la potatura avrà solo valore di mantenimento e funzione per la produzione di frutti.
La seconda tipologia di potatura del pesco vista in apertura di paragrafo, quella a fuso, è la potatura realizzata quando lo spazio vitale tra le piante è molto risicato. Il ramo più basso anche qui sarà a circa 50 centimetri dal suolo; nella fase vegetativa, dopo la nascita i nuovi rami andranno tagliati lasciando solo quelli più robusti e consistenti, così da permettere una facile aerazione nella chioma della pianta. Il pesco è, infatti, una pianta eliofila, che necessità quindi di molta luce per crescere bene e produrre ottimi frutti in grandi quantità.
La potatura di produzione del pesco, ovvero quella realizzata e finalizzata alla produzione dei frutti, prevede che i tagli siano eseguiti con lo scopo di radunare la produzione su pochi rami tenendo conto che il pesco di solito produce i frutti sui rami di un anno. Considerando che il pesco da i suoi frutti già a partire dal secondo anno di vita, la potatura da produzione è fondamentale fin dai primi anni di vita della pianta, sino al quarto-quinto anno di vita, quando il pesco raggiunge la piena produzione.
Altri tipi di potatura, che non richiedono tagli e incisione di rami, sono tutti quegli interventi che portano alla rimozione di foglie e fiori. Tali attività sono la cimatura, ossia tagliare i nodi finali dei rami per evitare che cresca troppo in altezza; la scacchiatura, ovvero la riduzione del numero dei germogli per migliorare la qualità di quelli che restano in vita; decorticazione anulare, che coinvolge l’ultimo anello della corteccia, eliminato per permettere che la parte apicale dell’albero possa dare i suoi frutti.