Il coriandolo è una pianta molto usata in cucina fin dall’antichità, dal caratteristico profumo, che si presta ad essere utilizzata in moltissime ricette di diverse culture culinarie. Analizziamo quali sono le caratteristiche della pianta, come farla crescere e di quali cure ha bisogno la sua coltivazione. Se avete le stesse domande anche su altre piante o spezie, potete continuare come sempre a leggere la nostra rubrica dedicata al giardinaggio.
Come coltivare la pianta del coriandolo
La pianta del coriandolo appartiene alla famiglia delle apiaceae (per intenderci come il prezzemolo, il finocchio o il cumino). Il nome della pianta è di derivazione greca, e la traduzione letterale della parola vuol dire “somigliante ad una cimice”. L’accostamento è legato al fatto che nel periodo di produzione dei frutti, la pianta emette un odore sgradevole che ricorda quello delle cimici. Si ritiene che la pianta abbia origine in territorio medio- orientale, e da lì si sarebbe poi diffusa nel bacino del Mediterraneo, in Asia e anche in America.
Visivamente, la pianta appare composta da un fusto dritto a cui si appoggiano delle ramificazioni, e dai semi (i frutti) che sono appunto utilizzati come spezia in diverse culture culinarie. Essi appaiono piccoli, sferici, gialli e ricchi di solchi più o meno profondi. In generale, il coriandolo non supera i 70 cm di altezza ed elemento principale della stessa dono le foglie: quelle piccole in basso con un lungo picciolo e dentellate, quelle poste più in alto dentellate. Tra le foglie, all’inizio del periodo estivo, compaiono dei fiori raggruppati come degli ombrelli, che assumono colori diversi, dal rosa al bianco. I fiori, come accennavamo prima, diventeranno frutti.
Essi vengo raccolti nel periodo di luglio, quando il loro colore si avvicina al marroncino. E’ sufficiente staccare il frutto dalla pianta e metterlo ad essiccare. In questa fase, è importante posizionare il frutto a testa in giù e assicurarsi che venga posto in zone buie, asciutte, ventilate. Dopo qualche tempo si potranno smuovere, far cadere e dunque utilizzare prima possibile. Durante il periodo che intercorre tra la “caduta” del coriandolo e il suo consumo, il frutto dovrà essere conservato in barattolo a tenuta ermetica.
Semi del Coriandolo e coltivazione
Se avete intenzione di coltivare questa pianta di coriandolo, sappiate che essa non apprezza nè il freddo nè tanto meno le gelate, ma mal sopporta anche i caldi torridi (quelli delle regioni meridionali della nostra isola ad esempio). Alla luce di questo, la pianta è indicata per ambienti miti e temperati e in particolare chiede di essere posta al riparo da grandinate e piogge violente, ma di godere deicaldi raggi del sole. Occorre anche considerare che la pianta è capace di influenzare quelle vicine, e questo fatto deve essere tenuto in considerazione soprattutto se si ha accanto un finocchio (che rischia di indebolirsi) o una pianta di anice (che invece potrebbe trarre vantaggio dalla vicinanza).
Nessuna esigenza particolare appare invece connessa al tipo di terriccio. Qualora abbiate la possibilità di scegliere, tuttavia, potete optare per un terriccio morbido e drenante, con ph medio di 6.5. Una volta scelti terriccio e posizione, si potrà passare alla semina. L’operazione deve essere effettuata in primavera a partire dai primi di aprile, e da allora si dovrà cercare di innaffiare la pianta nel migliore dei modi, consapevole che la stessa normalmente non richiede ingenti quantità di acqua (in una estate non torrida è sufficiente una innaffiatura ogni 5 giorni).
Proprietà del coriandolo: una spezia piena di utilizzi
Della pianta del coriandolo è possibile utilizzare le le foglie e i frutti. Le prime si caratterizzano per un gusto particolarmente piccante, che le rende adatte ad essere utilizzate soprattutto nella cucina orientale; i secondi invece hanno un gusto agrodolce che li rende simili ai limoni. La pianta ha poteri antispasmodici e carminativi e può quindi essere utilizzata in caso di coliche all’addome o di gonfiori. In questo caso, si può consumare sotto forma di infuso semplicemente mettendo 2 grammi di coriandolo in 100 ml di acqua bollente e lasciando in infusione per 5 minuti al massimo; per trarre i vantaggi massimi, sarebbe sufficiente consumare l’infuso dopo i pasti, con benefici importanti anche sulla diminuzione dei gas intestinali. In molti casi, si registra anche un effetto stimolante.
Il coriandolo infatti sarebbe capace di ridurre l’affaticamento, stimolare le capacità fisiche e cognitive, ridonare energia ai corpi debilitati ad esempio per il cambio di stagione o per una influenza. Meno noto, ma non trascurabile, è anche il potete antibatterico della pianta.
Le proprietà del coriandolo sono note da moltissimi tempo, basti pensare che nei trattati di Plinio il Vecchio si faceva riferimento alla pianta come rimedio contro gli stati febbrili e i malesseri in generale. Concludiamo spendendo qualche parola sulle proprietà nutrizionali di questa pianta. L’apporto calorico legato a 100 grammi di coriandolo è pari a 23 kcal, distribuite in 3,67 grammi, 2,13 grammi di proteine, 0,87 grammi di zuccheri, 0,52 grammi di grassi.
Utilizzo del coriandolo, come usarlo al meglio?
Abbiamo più volte fatto riferimento ai numerosi possibili impieghi del coriandolo in cucina, ma facciamo qualche esempio pratico. In generale è possibile affermare che la spezia permette di donare sapore a minestre, zuppe, carni, pesci. Esso entra anche nella composizione dell’ormai noto curry e di altre salsine indiane. Nelle versioni più basi, lo troviamo associato al timo come condimento del riso. Nella cucina italiana propriamente intesa, l’utilizzo del coriandolo è ancora limitato, esso viene sfruttato soprattutto per insaporire gli insaccati e non sempre appare facilmente distinguibile al consumatore finale.