I pinoli rischiano di scomparire clamorosamente o di ridursi nel numero, danneggiando gravemente gli amanti del pesto alla genovese che sanno benissimo quanto siano importanti per la realizzazione. Brutte notizie, dunque, per chi ama tanto la pasta al pesto o le altre ricette annesse che potrebbero subire variazioni inaspettate ed irreversibili.
Lo scrive il quotidiano Repubblica secondo cui lo sfruttamento dei pini coreani che producono i pinoli nella parte orientale della Russia mette in pericolo l’ecosistema della regione: a quanto pare, infatti, si starebbe pensando di eliminarli per ristabilire la normalità. La denuncia arriva dal biologo Jonathan Slaght che, per evitare che si possano produrre significativi danni ambientali, ha pubblicato un articolo sul New York Times, uno dei quotidiani più autorevoli al mondo. All’interno del suo intervento l’esperto propone di preparare il pesto alla genovese senza pinoli o di inventarsi qualcosa di alternativo per salvaguardare l’ambiente.
Una bestemmia per gli amanti della tradizione ma non per Slaght che, dal canto suo, sottolinea che ci sono tantissime ricette, alcune delle quali sostituiscono i pinoli coreani con pistacchi o noci. Altre variabili, afferma, prevedono l’uso di pinoli provenienti dagli Stati Uniti per sopperire all’improvvisa carenza che si determinerebbe nel caso in cui la sua proposta venisse seriamente vagliata dalle autorità competenti.
Come andrà a finire? Per adesso si tratta solo di una riflessione, seppur autorevole, che non ha ancora prodotto nulla di significativo. Il pesto alla genovese muterà per sempre la sua ricetta? Questo non lo sappiamo ma siamo sempre più convinti che, molto spesso, accade che equilibri che ineriscono all’ecologia o alla geo-politica finiscano per condizionare le pietanze che serviamo in tavola tutti i giorni. Cibo e denaro, purtroppo o per fortuna, sono legati tra loro in maniera quasi del tutto indissolubile. Una crociata, quindi, potrebbe attendere i più fervidi tradizionalisti.