Buffon: “Grazie ad Alena Seredova i nostri figli non soffrono”


Buffon ringrazia Alena Seredova per aver portato i figli in Brasile

Nella lunga intervista rilasciata per Il Corriere della Sera all’indomani della rovinosa sconfitta in Italia-Uruguay, Gigi Buffon ha parlato ancora una volta della gratitudine e della profonda stima che nutre per la ex moglie Alena Seredova che, a poche settimane dalla loro separazione, ha portato i figli avuti con il portiere azzurro in Brasile per riunire la famiglia durante i Mondiali 2014.

Buffon ribadisce che Alena Seredova è una donna straordinaria, che mette sempre al primo posto il benessere e la serenità dei figli: “Mi ha fatto piacere. L’unico obbligo che abbiamo è quello di non far soffrire i nostri figli e grazie anche a una donna eccezionale come Alena ci stiamo riuscendo“.

Ma purtroppo i suoi due bambini hanno assistito alla brutta disfatta dell’Italia contro l’Uruguay: “Ogni tanto è anche bello che i bimbi prendano delusioni e soffrano per un risultato sportivo negativo. Ti fa capire che è bello vincere e se ne hai l’opportunità la devi afferrare e non lasciarla con rimpianto. Il rimpianto è una delle cose più brutte della vita, accompagna gli uomini che non vogliono essere protagonisti della loro esistenza. Il contrario di ciò che sono“.

Buffon ringrazia Alena Seredova per aver portato i figli in Brasile

Dopo l’amara delusione vissuta in campo e fuori anche da Buffon e dopo le forti dichiarazioni rilasciate dal Capitano della Nazionale sulla presenza dei Giovani con la maglia Azzurra, l’atmosfera di serenità familiare gli ha donato sollievo. Ma il portiere della Juventus continua a non volersi esprimere circa la relazione con la presentatrice sportiva Ilaria D’Amico: “Guardi, il gossip lo metto in conto e lo capisco. Però io sono diventato famoso per le cose che ho fatto in campo e sono pronto a commentarle in lungo e in largo. Quello che succede nella mia vita privata in realtà non interessa a nessuno. Non interessa quali siano le vere motivazioni, i sentimenti. Interessano il pettegolezzo, la morbosità. Se ne parlassi solleticherei solo questi. Quello che succede fuori dal campo, riguarda solo me e le persone che mi accompagnano. Io mi sono sentito sempre Buffon il portiere e non voglio mischiare le cose. Mi sono sempre considerato, grazie a Dio, un privilegiato. Sono ancora al top come atleta. Non vedo di che cosa possa parlare se non del mio lavoro“.

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