La parola “idroponica” deriva dal greco, lingua il cui questo vocabolo vuole dire letteralmente “lavoro di acqua”. Riassumendo, la tecnica di coltivazione idroponica, infatti permette di coltivare le piante senza avere a disposizione il terreno, ma sfruttando semplicemente l’acqua. Entriamo quindi nel dettaglio e analizziamo caratteristiche e pregi di questo tipo di coltivazione. L’approccio alla coltivazione, come vedrete, è diverso rispetto a quello che siete abituati a leggere di solito nella nostra rubrica, dove spesso parliamo di piante e coltivazioni tradizionali, che richiedono dunque l’utilizzo di terre e terricci .
Cos’è e come funziona la coltivazione Idroponica
La prima cosa da fare è delineare con maggiore precisione le caratteristiche di questa tecnica di coltivazione. Si tratta di una tecnica che ha origine molto antiche, di cui si hanno tracce già nell’antica Grecia. Sarà solo negli anni 30, che queste culture furono riscoperte e rivalutate; fino a divenire ai giorni nostri simbolo di un amore per la natura e per il suo sviluppo sostenibile anche nelle aree urbane. Per capire meglio il concetto, vi basti pensare ai numerosi giardini verticali urbani che sempre più spesso sfruttano i principi dei sistemi idroponici. Essa ha come elemento principale la presenza di un kit specifico volto ad ottimizzare la presenza e la circolazione dell’acqua all’interno della pianta stessa, così da garantire una corretta circolazione all’acqua, con risultati davvero sorprendenti.
Nonostante la presenza di acqua, è bene non confondere questa tecnica con la più nota idrocoltura, in generale la coltivazione della pianta acquatiche, che appunto richiedono la presenza di acqua e che naturalmente crescerebbero spontaneamente accanto a laghi, fontane o bacini. Tornando alla tecnica idroponica, essa consente di dar vita ad un orto variegato e completo, che contenga ad esempio patate, cavoli, sedani, fragole, anche senza avere a disposizione un terreno o un vaso con la terra.
Come fare una Coltivazione idroponica fai da te
Ma come si realizza a livello pratico una coltivazione idroponica? Chiariamo fin dall’inizio che non si tratta di un avventura semplice ed immediata, ma di una azione che richiede attenzione ed esperienza. I negozi specializzati, sia fisici che online, offrono una serie di soluzioni per chi è alla ricerca di sistemi di questo tipo che come anticipato, consistono in un sistema a ciclo continuo tale da favorire il trasferimento dell’acqua da una vasca e l’altra, consapevoli del fatto che i vasi diventeranno via via più piccoli e scuri. Non a caso dunque i kit includono una pompa con i relativi tubicini e 2 o più contenitori opachi, che rappresenteranno la “casa” delle vostre future piante.
Se non volete acquistare il sistema ma realizzarlo da soli, dovete munirvi di un recipiente piuttosto grande e scuro da utilizzare come contenitore per le radici (è fondamentale che sia scuro per non consentire il passaggio dei raggi solari), bicchieri di plastica riciclata, polistirolo, pompa ad aria, substrato di ancoraggio, pietre porose, sostanze nutritive. Se volete cimentarvi nella realizzazione di un orto idroponico fai da te dovete indirizzarvi sulla versione più semplice e realizzare quindi un impianto a torre.
La prima cosa da fare, sarà prendere lo strato di polistirolo, fare dei buchi sulla sua superficie e inserire in questo spazio i bicchieri di carta, e un altro buco tale da permettere che venga inserito il tubicino della pompa di aria sempre su questa superficie. Si tratta di elementi facili da reperire normalmente in casa, ad eccezione della pompa di immersione, che invece probabilmente dovrà essere acquistata (per farlo considerate che essa dovrà emettere una potenza che non superi i 4/30 w).
Kit utili per una coltivazione idroponica
Il tubicino della pompa dovrà essere collegato anche alla pietra porosa, che sarà poi adagiata alla base del recipiente. Arriva così il momento di colmare di acqua il recipiente, aggiungendo anche delle sostanze specifiche per la cultura idroponica, attendendosi alle percentuali di mixaggio specificate sul libretto di istruzioni. Ci sono a questo punto tutte le condizioni necessarie per utilizzare il sistema, basterà infatti piantare i semi e aspettare che crescano (come avviene con una pianta normale). La fase di manutenzione, prevede che la funzionalità della pompa d’aria venga monitorata e che il livello della soluzione sia quello sufficiente a garantire alla pianta uno stato di buona salute. Se necessario quindi si potrà aggiungere dell’altra soluzione o diluire la stessa, in modo tale da impedire che la pianta sia satura in poco tempo.
Al posto dei bicchieri, è possibile utilizzare due secchi di plastica (anche in questo caso scuri( a patto che uno sia tale da poter contenere l’altro. La prima cosa fare è riempire il secchio di dimensione inferiore con argilla espansa e quello più grande con 4 litri di acqua, prima di inserire sulla stessa il tubicino della pompa. A questo punto, si dovrà prendere il secchio forato e fare in modo di avere lo spazio per i bicchieri di plastica, anch’essi pieni di argilla, che dovranno essere dotati di piccoli fori tali da permettere alla future radici di trovare il loro spazio per svilupparsi. Il secchio contenente i bicchieri dovrà essere riposto all’interno dell’altro, facendo attenzione a collegare i tubi dell’innaffiamento tra i bicchieri e il secchio più alto. In questa fase vi renderete conto che del fil di ferro sarà necessario per mantenere i bicchieri alla altezza giusta. L’ultima azione, sarà quella di collegare ad un timer la pompa, in modo da garantirle un funzionamento autonomo. Le soluzioni sopra citate permettono di dar vita in breve tempo ad ottime soluzioni fai da te, ma anche la produzione in serie e l’industria hanno strizzato l’occhio a questa realtà che ha dato vita ad una serie di produzione in serie.