Federica Mangiapelo, una nuova perizia incastra il fidanzato


Sono addolorato, ormai ho la certezza che mia figlia sia stata uccisa. Nel mio cuore l’ho sempre saputo, ma la conferma che la mia bambina sia morta in modo così atroce mi distrugge”. La verità la aspettava da tempo Luigi Mangiapelo, 56 anni, padre di Federica, la sedicenne di Anguillara Sabazia, in provincia di Roma, trovata senza vita sulle rive del Lago di Bracciano il primo novembre 2012. Ce voluto, però, oltre un anno e mezzo per arrivare alla svolta. È stata una nuova superperizia a smentire che Federica sia morta per un infiammazione al cuore, come aveva scritto il medico legale nella prima autopsia. I nuovi esperti hanno decretato che la sedicenne è annegata. In tutti gli organi vitali della ragazzina, infatti, i consulenti nominati dalla Procura di Civitavecchia hanno trovato tracce di alghe, le diatomee, del Lago di Bracciano. Le stesse che i carabinieri avevano rilevato sui jeans del fidanzato Marco Di Muro, il cameriere venticinquenne di Formello con cui quella tragica notte Federica era uscita. Marco Di Muro si è sempre dichiarato innocente, ha detto di non essere mai stato con la giovane negli istanti in cui è morta. Ma contro di lui ci sono numerose prove tra cui le immagini delle telecamere di un distributore di benzina che provano che non era a casa allora in cui disse che stava dormendo e poi, quelle alghe sui vestiti. Indizi che, alla luce della nuova perizia sul corpo della sedicenne, sono diventate prove pesanti.

index“LE PROVE RACCOLTE LO INCASTRANO” A inchiodare il cameriere, ora, ci sono appunto quelle alghe, che racconterebbero la verità su cosa accadde a Federica nei suoi ultimi momenti di vita. E soprattutto inchioderebbero il giovane cameriere alle sue responsabilità dopo che per quasi due anni ha negato di essere andato al lago quella notte, spiegando di essere tornato a casa intorno alFuna e mezzo a causa di un litigio con la fidanzatina. Già, come vi abbiamo appena detto, lo avevano smentito le telecamere di un distributore di benzina che lo avevano immortalato a fare rifornimento alle 2.34. Ma a quell’ora non era a letto a dormire? Evidentemente no. Le telecamere mostrano che il cameriere indossava un paio di pantaloni bianchi che poche ore dopo, lasciando un biglietto in casa, chiese alla madre di lavare immediatamente. Scrisse su un fogliettino: «A mano o in lavatrice, basta che li lavi subito». Gli investigatori, però, quella mattina arrivarono in tempo per sequestrare gli abiti che il giovane indossava prima che finissero in lavatrice. E le analisi scientifiche hanno poi accertato che su quei pantaloni ci sono le stesse alghe trovate ora in grandi quantità non solo nei polmoni di Federica, ma anche nel fegato, nella milza, nel sangue, nei reni e, addirittura, nel cervello. Circostanza, questa, che ha portato il cardiologo, lo pneumologo e il medico legale incaricati della superperizia a un unica interpretazione: i funghi dacqua dolce hanno circolato nel corpo della sedicenne fino al momento della morte, per cui la causa del decesso è lannegamento, non Finfiammazione al cuore.

La presenza delle stesse alghe sugli abiti di Di Muro, che cosa proverebbe? Che era sul Lago di Bracciano, di più che era in acqua e che forse ha avuto un ruolo nella morte di Federica. Dice Luigi Mangiapelo di fronte allevidenza delle nuove prove che mettono nei guai il fidanzatino di Federica: «Mi sento male a pensare agli ultimi momenti di vita di mia figlia, speravo fosse morta senza accorgersene, invece adesso sappiamo che lei era cosciente che stava morendo. E ancora peggio è sapere in che modo la mia bambina se ne andata. Federica non sarebbe mai annegata in pochi centimetri dacqua, lei era una nuotatrice esperta: evidentemente non è riuscita a liberarsi dalla presa dellassas- sino che la teneva sott acqua. Lo so, mia figlia è stata uccisa e Funico responsabile è Marco, al quale lavevo affidata». Continua questo papà coraggioso: «Le stesse alghe trovate negli organi di mia figlia sono state rilevate dai carabinieri sui pantaloni di Marco e già questo basta a dimostrare il castello di bugie che lui si è costruito dal primo istante e ha continuato a sostenere. Marco disse di non essere mai andato sul lago, ma non solo era lì: è stato lui a distruggere la nostra famiglia». Non solo: la nuova perizia ha trovato sul cadavere della sedicenne graffi ed ecchimosi, che suggerirono agli investigatori un litigio tra i due fidanzati, litigio che in parte Marco ha ammesso. Il ragazzo, però, disse di essersene andato, lasciando la giovane per strada da sola.

Ora, però, le sue dichiarazioni vengono smentite dalle evidenze scientifiche. Oltre alle telecamere del distributore, di cui vi abbiamo già parlato, laccusa ha trovato una supertestimone che ha raccontato ai magistrati di aver sentito una coppia discutere violentemente intorno alle 2.15, nel buio del lago. Questa donna avrebbe sentito il giovane urlare: «Fede, sali in macchina, non fare la sciocca». Gli investigatori non hanno dubbi: quei due erano Marco e Federica, anche se la testimone non è riuscita a vederli, perché non c era luce. Secondo la donna, il litigio sarebbe stato molto acceso e infatti la superperizia ha trovato le tracce di quella colluttazione: una ferita sul collo e un abrasione sulla fronte. Ferite che non avevano detto molto al medico legale che ha svolto la prima autopsia: le aveva classificati come piaghe da decubito, causate dalla posizione del corpo della ragazza, rimasto in acqua con la fronte schiacciata sulla sabbia. Per il collegio di periti, invece, indicherebbero che prima di morire annegata, Federica ha litigato violentemente. I medici scrivono che si tratta di lesioni da sfregamento: la ragazzina sarebbe stata trascinata fin dentro il lago, dove è annegata. Conclude Luigi Mangiapelo: «La grande quantità dacqua ingerita da mia figlia e le ferite sulla fronte dimostrano chiaramente che è stata tenuta con la testa sott acqua e non è riuscita più a respirare. E so che il responsabile è Marco, Fho sempre saputo, dal primo giorno. Ora aspettiamo con ansia che questi nuovi risultati siano portati davanti al magistrato. Ormai ci sono tutti i tasselli per processare Marco per omicidio volontario. Siamo fiduciosi, la verità adesso è venuta fuori».

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