Tutto quello che emerge, per noi è importante». Sono passati più di sette anni dall’omicidio di Garlasco, eppure la mamma di Chiara Poggi, la signora Rita, non perde la speranza di riuscire a ottenere la verità sulla morte della figlia. E lo fa con questa e altre brevi frasi rilasciate al Tgl a meno di un mese all’8 ottobre, data in cui svolgerà la prossima udienza del processo di appello bis per il delitto di Chiara, trovata senza vita sulle scale interne della villetta in cui viveva con la sua famiglia. «Ho il dovere verso mia figlia di continuare a cercare la verità finché non l’avrò trovata», ha aggiunto la signora Poggi senza fare alcun nome. Ma intanto, nuovi sviluppi potrebbero far scricchiolare la posizione di Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della ragazza e unico indagato per l’omicidio avvenuto il 13 agosto 2007. Sono passati più di sette anni da quel giorno, ma solo recentemente sono emersi alcuni punti che potrebbero mettere il 31enne ancora al centro del mirino: dopo essere stato assolto in primo e in secondo grado, la Cassazione ha accolto il ricorso di parte civile e Procura generale di Milano e rinviato «a nuovo giudizio con motivazione completa e immune da vizi logici e giuridici». Ecco i quattro interrogativi che potrebbero mettere in discussione la posizione di Alberto Stasi.
SI PENSA A SEGNI DI UNA COLLUTTAZIONE Lo scambio dei pedali delle biciclette. Lo rivela una memoria depositata dai legali della famiglia Poggi e anticipata a fine giugno dal Corriere della Sera. Dopo lomicidio di Chiara, una vicina di casa disse di aver visto una bicicletta nera da donna all’esterno della villetta. A Stasi fu sequestrata una bici lussuosa bordeaux da uomo (e sui pedali fu trovato materiale organico con il Dna di Chiara Poggi, che secondo la difesa di Stasi però non è sangue) ma non la bicicletta nera. Solo pochi mesi fa, dopo la riapertura del processo di appello bis, è stata sequestrata la bici da donna nera. E, secondo la memoria, su questa bicicletta nera sono stati montati i pedali originali e pregiati di quella bordeaux. Ma ce stato proprio uno scambio? E perché? I legali di Alberto Stasi hanno detto che risponderanno nelle sedi opportune. Il Dna sotto le unghie di Chiara. In un primo momento, non fu trovato alcun Dna. Ora, dopo la disposizione di nuovi accertamenti su tutta l’area delle unghie, sarebbe stato trovato un cromosoma “Y”, cromosoma che identifica un individuo di sesso maschile. Prossimamente si stabilirà se questo dato avrà peso a fini processuali. Intanto, l’8 settembre, Alberto Stasi si è sottoposto a un prelievo del Dna per una probabile comparazione. Bisogna però ricordare che Stasi era il fidanzato della vittima, e quindi un eventuale suo materiale organico potrebbe essere rimasto sulle unghie di Chiara Poggi dopo un contatto intimo. I graffi su un avambraccio di Alberto.
Le foto che testimoniano dei segni, forse dei graffi, vennero scattate poco dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Chiara; mentre Alberto era in caserma. Potrebbero essere il segno di una colluttazione? O sono da attribuire a un altro motivo? E perché queste immagini sono state prese in seria considerazione solo ad anni di distanza dall’omicidio? A questo proposito, sempre al Tgl, Rita Poggi ha detto: «Che (Alberto, ndr) aveva dei graffi sulle braccia non l’abbiamo mai saputo, l’abbiamo saputo solo ora dalla stampa». La camminata e l’assenza di sangue sotto la suola delle scarpe. Dopo l’omicidio di Chiara Poggi, ad Alberto furono sequestrate le scarpe. Sotto le suole non fu trovata alcuna traccia di sangue della vittima, nonostante Stasi fosse entrato nella villetta per poi dare l’allarme. E possibile che sia riuscito a evitare le macchie di sangue sul pavimento? Ora è stata disposta una nuova perizia sulla camminata di Alberto Stasi all’interno della casa: tra pochi giorni, anche in questo caso, saranno depositati i risultati.