di Pierfrancesco Curzi Ancona Il contagio da virus dell’Ebola diventa una psicosi. Per l’intera giornata di ieri un caso sospetto emerso a Civitanova, nelle Marche, ha innescato una serie di reazioni a catena, titoloni di stampa e tenuto mezza Italia col fiato sospeso. I campioni di sangue prelevati da una donna nigeriana rientrata in Italia dieci giorni fa sono stati inviati all’ospedale Spallanzani di Roma – il centro epidemiologico d’eccellenza per l’Ebola in Italia – e i risultati saranno comunicati nella giornata di oggi. Intanto però, ieri sera, sono arrivati quelli su Dengue e malaria, svolti all’ospedale di Ancona, che hanno confermato come la 42enne nigeriana abbia contratto la malaria. Ciò non esclude il contagio da Ebola al 100 per cento, ma le probabilità che la donna sia affetta da entrambe le malattie sono basse r aiutano a capire come l’allarme fosse quantomeno prematuro. È bastato un sospetto per far scattare il piano d’emergenza legato al virus che in Africa Occidentale ha già ucciso oltre 2 mila persone.
LA DONNA nigeriana, regolarmente residente nelle Marche, era rientrata in Italia il 31 agosto da un viaggio nel Paese natale, con soste a Lagos e Benin City. Motivo del viaggio, trovare cure alternative alla chirurgia per un suo problema ginecologico. Il 5 settembre scorso, i primi disturbi. Ieri, la decisione di andare in ospedale. La donna presentava alcuni sintomi che hanno insospettito i medici, in particolare uno stato febbrile perdurante, anche fino a 39°. La paziente è stata trasferita all’ospedale regionale di Ancona dove dalle 14 di ieri si trova ricoverata in isolamento: “I campioni sono stati inviati all’ospedale Spallanzani – spiega il dottor Marcello Tavio, primario del reparto di malattie infettive del regionale di Ancona –e già domani mattina (oggi, ndr) contiamo di avere il risultato ufficiale. Qui nel nostro centro abbiamo effettuato dei prelievi di sangue per capire se il virus contratto dalla signora potesse essere malaria o Dengue, scoprendo infatti la positività alla malaria.
All’arrivo in ospedale la paziente presentava una febbre attorno ai 37,5° abbassata però dal paracetamolo. Appena esaurito l’effetto la febbre è tornata a 39°, una febbre vera come si intende in materia”. I campioni sono partiti ieri alla volta della Capitale dove sono stati subito presi in carico: “Confermo l’arrivo dei flaconi di sangue – spiega il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico del servizio di malattie infettive dell’ospedale Spallanzani –. Lavoreremo nella notte e domani mattina (stamattina, ndr) avremo i risultati. Voglio subito tranquillizzare, anche in caso di esito positivo: il rischio di epidemia da Ebola in Italia è bassissimo. È più probabile che a portare il virus in Italia sia un operatore sanitario rimasto a contatto con i malati di Ebola piuttosto che un immigrato. Ripeto, l’importazione del virus in Italia è molto difficile. Inoltre, i paesi maggiormente colpiti sono Sierra Leone, Liberia e Guinea Conakri. In Nigeria abbiamo avuto al massimo una ventina di casi a Lagos e Port Harcourt. Da marzo, nessuno dei casi sospetti di Ebola in Italia si è dimostrato reale”. La conferma definitiva è rimandata a oggi.