Mai banali, mai scontati, sempre effervescenti aldilà delle rispettive esperienze professionali e della differenza d’età. Giampiero Ventura e Vincenzo Montella sono infatti due allenatori, anzi, due strateghi nel vero senso della parola, che amano muovere oculatamente le loro pedine su un prato verde invece che su una scacchiera mai però per il semplice gusto di farlo. Perché entrambi sanno bene che anche nel corso di una semplice stagione non si può pensare di fossillizzarsi su un solo sistema di gioco ma è invece necessario cambiare e rinovarsi per cercare di trovare l’avversario impreparato e poi, possibilmente, approfittarne. La loro ricerca del “nuovo” è finalizzata a un miglioramento generale dell’organico di cui dispongono e la loro visione è sempre a lungo raggio, mai concentrata sul breve periodo. Insomma, per loro la parola progetto ha un significato reale. Il loro fine, poi, non è soltanto vincere ma anche convincere, prima di tutto sè stessi. E se riescono a produrre spettacolo, com’è successo a tutti e due nella scorsa stagione con le rispettive milizie, sono ancora più contenti.
La sfida Oggi pomeriggio si troveranno di fronte all’Olimpico entrambi reduci da una settimana particolarmente intensa e intrisa di problemi. Il Torino si è sbloccato a Cagliari e ora è alla ricerca di conferme. Ma là davanti i meccanismi sono ancora da oliare. La Fiorentina, che sta perdendo un pezzo al giorno nel settore offensivo, si trova costretta a cercare di risolvere il problema del gol con soluzioni “alternative”.
Ventura, come in ogni vigilia di partita, ha trascorso un sabato pomeriggio insieme con i suoi collaboratori cercando di approfondire ulteriormente le proprie conoscenze viola alla ricerca dei punti deboli su cui incidere. L’assenza di Cuadrado è sicuramente un grosso problema in meno ma l’organo della Fiorentina annovera altri giocatori di notevole spessore. Facile pensare che particolari attenzioni saranno dedicate a Borja Valero, che di professione fa il centrocampista ma che in realtà spesso e volentieri diventa un imprevedibile attaccante aggiunto in grado di far male all’avversario di turno. E la chiave del match potrebbe essere tutta lì…
Viola arrabbiati Altro clima in casa viola. La vigilia della trasferta col Torino regala il forfait di Cuadrado e un Montella pronto a difendere la sua squadra bersaglio di giudizi negativi dopo gli 0-0 al Franchi con Genoa e Sassuolo. «Ho sentito troppa cattiveria, i miei giocatori vanno lasciati stare, meritano più rispetto per quanto stanno facendo, le critiche sono ingiuste. Cercate un colpevole? Prendete me, il mio compito è restare sempre equilibrato e impermeabile. Chi critica sono certo che è lo stesso che salirà poi sul famoso carro».
Non è comunque sorpreso il tecnico: «Firenze è più famosa per la guerra tra Guelfi e Ghibellini che per la bellezza del Ponte Vecchio, ci sarà sempre divisione. In ogni caso per me fa fede chi viene allo stadio e paga il biglietto e da questi tifosi sento sostegno. Le critiche alla società? Auguro a tutti di averne una sempre così organizzata e solida». Anche se diversità di opinione fra lui e una parte dei dirigenti non mancano. «Mai ho nascosto che avrei fatto una diversa programmazione delle amichevoli». Gli infortuni da sovraccarico si spiegano pure così: «Ma da qui a dire che siamo una squadra sempre malata ce ne corre. Tolto Rossi sono problemi lievi, compreso Gomez che ci sarà per l’Inter o la Lazio. E così pure Cuadrado».