Anna Tatangelo: “Sono una Muchacha che punta a Sanremo”


Mei video di Muchacha (2 milioni di visualizzazioni su YouTube in meno di due mesi), gioca a fare la femme fatale: ombelico al vento, gonna vedo-non vedo, balli sexy. Ma quando ci accoglie nella sua villa romana, dove vive con il compagno Gigi D’Alessio, e il figlio Andrea, 4 anni, Anna Tatangelo è struccata, in jeans e maglietta. «Una volta per fere le interviste mi truccavo, mettevo i tacchi. Ero fissata», racconta sorridendo. E ora? «Ora ce Andrea», dice. «Ed è cambiato tutto. Prima temevo il giudizio degli altri, le critiche mi ferivano, a 17-18 anni mi hanno massacrato. Ero diventata chiusa, diffidente. Ma adesso, torno a casa la sera e trovo lui. Cosa mi può importare se qualcuno scrive male di me?». La rinascita della cantante parte dal suo nome artistico: ora è Anna, senza il cognome. «Mi ero stufata di sentirmi chiamare la Tatangelo, o Lady Tata», spiega.

«I miei fan, chi mi vuole bene mi chiama solo Anna». Dopo il successo di Muchacha, uno dei tormentoni di quest’estate, Anna sta lavorando al prossimo album, in uscita l’anno prossimo, con la collaborazione di Kekko Silvestre dei Modà (che ha scritto anche il testo di Muchacha). «Ci siamo conosciuti a Sanremo, nel 2011», racconta. «Dovevamo scattare con tutti gli artisti del Festival un servizio fotografico, la convocazione era a mezzogiorno. E io, che ho l’abitudine di portarmi sempre il cibo da casa, ero arrivata con vassoi di penne, tonno e pomodoro, per me e i miei collaboratori. Ho visto questi ragazzi che si lamentavano perché avevano feme e gli ho offèrto la mia pasta. Erano i Modà, da allora abbiamo fatto amicizia». Cattura

Beh, già che siamo in tema Sanremo, approfittiamo e le chiediamo se le piacerebbe tornarci nel 2015. «Io al Festival mi sento come a casa», riponde. «Ho 27 anni e ci sono andata sette volte. Un paio di pezzi adatti li avrei, vediamo. Carlo Conti lo conosco bene, mi ha vista crescere: avevo 16 anni quando ho partecipato per la prima volta a un suo show, era 50 Canzonissima. Sono sicura che farà un grande Festival». E lei in tv ci tornerebbe? «Rifarei la giudice a X Factor, ma con tutt altro spirito. Ai tempi, avevo 22 anni e Andrea era appena nato, era un periodo delicato. Ora ci tornerei con piiì esperienza, senza cadere nelle provocazioni. E poi mi piacerebbe condurre Le iene, perché no?». Mentre parliamo, entra Gigi D’Alessio, si presenta velocemente, poi torna al lavorare con i suoi collaboratori (sta preparando anche lui il nuovo disco). Anna, ma quando vi sposate? Lei ride. «Ma che cambia? Io l’anello al dito ce l’ho già, è una fedina che ci siamo regalati agli inizi della storia. Lui ogni tanto ne parla, io sono cauta, vedremo». E un fratellino o una sorellina per Andrea? «Quando Dio vorrà», risponde. «Non importa che sia maschio o femmina, basta che stia bene».

MI DIVERTO CONI LEGO» «Come mamma, sono una vera rompiscatole», racconta. «Sono molto presente e quando non ci sono voglio sapere tutto: cosa fa Andrea, cosa mangia, ogni particolare. Non oso immaginare cosa farò quando sarà adolescente: cavoli suoi! Con lui mi diverto come una pazza: costruiamo Lego giganti, case, supermercati, pompe di benzina. E poi al parco giochi mi lancio dagli scivoli con lui, guido le auto scontro. Sono tornata bambina». Mentre parla, ci mostra orgogliosa foto e video delle scorribande con Andrea. Le chiediamo qual è la critica che l’ha ferita di più. «Quando mi dicevano che stavo con Gigi per interesse», spiega. «Ma come, se avessi voluto, potevo mettermi con un calciatore bello senza figli, senza legami, senza problemi e vivere serena. Sono una donna indipendente, ho la mia carriera e nessuno mi ha mai criticata dal punto di vista musicale. Dopo nove anni, hanno capito che è amore vero». Di Anna si favoleggia che è una cuoca bravissima. «Oggi ho cucinato il sartù di riso, che ti sei persa!», mi dice. E racconta: «E pensare che all’inizio non sapevo neanche bollire il latte! Quando sono venuta qui, cera la sorella di Gigi che cucinava per tutti. Ma io sono una donna all’antica, non riesco a stare senza fare niente. Se c’è da sparecchiare, sono la prima che si alza. Così, quando la sorella è tornata a Napoli, ho detto a Gigi: “Ora ci penso io”. Lui era scettico, finché una sera non ho preparato per lui e gli amici una cena da leccarsi i baffi, conpresi tre tipi di pannacotta e l’ananas ripieno a forma di cigno. Da allora, cucino io per tutti. Chissà, forse dovrei andare a Masterchef». Ride. L’intervista è finita, mi congedo, con una promessa: la prossima volta, passerò per pranzo.

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