Tattoo: mille negozi in Lombardia.


La crisi galoppa e gli italiani, soprattutto i lombardi, si rifugiano in consolazioni narcisistiche. In dodici mesi sono raddoppiate le attività di tatuaggio e piercing. Ci sono almeno 1000 imprese, secondo la camera di commercio di Monza, con un giro d’affari intorno ai 90 milioni di euro.

Traghettati da forma d’arte di nicchia ad artigianato di massa, i graffiti sul corpo sono oggetto di crescente interesse anche da parte dei mass media. Tanto che alcuni tatuatori non lesinano atteggiamenti divistici, chiudendosi in un atteggiamento settario e storcendo il naso se i clienti chiedono uno stile che non è nelle corde dell’autore.
Critico verso alcuni colleghi, Gino Montanari – titolare di uno dei negozi più noti del centro di Milano – che rimpiange l’improvvisazione che ha segnato il suo ingresso nel mondo del tatuaggio. “Quando compravi una macchinetta e ago e facevi sgorbi su te stesso e sugli amici”.
La tendenza del tatuaggio 2010 sono i disegni old style ma molti vogliono farsi gli stessi tattoo sfoggiati dai propri idoli televisivi.
Quando un segno di distinzione diventa simbolo di omologazione.

Più negozi di tattoo, teme la competizione?
Quando aumenta la quantità è la qualità che fa la differenza. Chi inizia adesso non può sperare di competere con chi ha un’esperienza più che decennale.

Ha notato dei cambiamenti rispetto all’inizio della sua carriera?
La gente è più consapevole e meno allo sbaraglio. C’è una maggiore attenzione alla profilassi e all’igiene grazie all’impiego di attrezzature monouso, anche i colori impiegati sono più sicuri.Arte o artigianato?
Dipende dallo spirito con cui lo si fa, io ambisco a essere un artista, non un commerciante.

Quanto conta il proprio stile e quanto le richieste del cliente?
Lo stile del tatuatore è tutto. Il cliente guarda su internet le foto con i lavori dei diversi artisti e sceglie in base al proprio gusto. È il cliente che deve adattarsi al tatuatore. Ovviamente in uno studio si fa un po’ di tutto ma se qualcuno mi chiede di fare qualcosa che non amo cerco di dissuaderlo. Il mio stile è il giapponese ed è stato frutto di una ricerca di anni.

Qual è il trend per il tatuaggio 2010?
Sono tornati in voga i tatuaggi “vecchia scuola” che si facevano 30-40 anni fa come le rose, le rondinelle, i dadi e le ciliegine. Si preferisce una rifinitura un po’ grezza.

Chi è il cliente tipo?
Di solito i ventenni per sfoggiarlo con gli amici. Gli appassionati ormai sono rimasti in pochi. Molti lo richiedono uguale al proprio idolo.

Quali sono le “imitazioni” più richieste?
Sono molto gettonati i tatuaggi dei calciatori e delle starlette televisive. Molto richiesto l’angelo di Beckham, i tatuaggi di Corona o il geco sul piede della Canalis.

Il tatuaggio che sconsiglia?
Il nome o le letterine del moroso di turno. Se si tratta di adolescenti mi rifiuto perché sono certo che dopo qualche mese verranno a coprirlo. Sconsiglio anche le frasi: sono in troppi ad andare in giro come una pergamena. Devo ammettere di aver tatuato frasi discutibili come: “ Sono quel che sono” o “ Le cose che non si fanno sono quelle che io farei”. Cerco di limitare i danni ma se il cliente è insistente sono costretto a eseguire.

Il tatuaggio che consiglia?
Di solito è il primo che si pensa di fare, quello che si ha nel cassetto da tanto tempo.

fonte TGCOM

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