La Banca Popolare di Milano ha chiuso i nove mesi con un risultato netto di 219,3 milioni, in aumento del 63,2% rispetto allo stesso periodo del 2013. I proventi operativi sono scesi del 5,4% a 1,2 miliardi, con margine di interesse a 602,2 milioni (-4,6%) e commissioni nette a 407 milioni (+1,2%). In calo del 2,6% a 718,7 milioni gli oneri operativi, per un rapporto cost/income salito al 59,4%. «Siamo in linea con i target del piano industriale» ha commentato l’ad Giuseppe Castagna.
Cresciuti del 28,1% a 128,5 milioni i profitti del Credem. Il margine di intermediazione è migliorato del 9,5% annuo a 807,2 milioni grazie al +11% dei servizi (commissioni, negoziazione, attività finanziarie) e al +7,7% del margine di interesse. I costi operativi sono aumentati a 487,7 milioni portando il risultato lordo di gestione a segnare 319,5 milioni (+15%) e il risultato operativo, dopo gli ammortamenti, a quota 290,7 milioni (+15,4%). In crescita del 12,4% le rettifiche nette sui crediti a 77,9 milioni «anche a seguito della scelta di adeguare i meccanismi di svalutazione su base collettiva, tenuto conto degli spunti emersi dal comprehensive assessment condotto dalla Bce».
Balzo del 226% a 75,8 milioni l’utile finale di Bper. Il margine di interesse si attesta a 978,5 milioni (+1,5%), principalmente grazie ai benefici derivanti dalle manovre sul costo del funding. Le commissioni nette risultano pari a 514,5 milioni (-1%), quando il risultato netto delle attività di negoziazione è invece pari a 148,3 milioni (+21,7%), beneficiando del favorevole andamento dei mercati finanziari e degli utili realizzati su riserve positive relative a titoli governativi nel portafoglio Afs.
«Vogliamo essere un player attivo sul mercato delle aggregazioni. Se ci fossero delle opportunità interessanti ci daremo da fare per prenderle in considerazione. Al momento non abbiamo nulla sul tavolo». L’ad Pierfrancesco Saviotti mette il Banco Popolare nella mischia del risiko bancario, rispondendo agli analisti in occasione della presentazione dei conti a settembre chiusi con una perdita di 122 milioni a causa di oneri straordinari. Il rendiconto, però, evidenzia un indice patrimoniale (cet1) del 13,7%, uno dei più alti del sistema bancario italiano. Il cda ha deciso una razionalizzazione della rete mediante la chiusura di 112 filiali in sovrapposizione. Novità anche sul riassetto di Italease. «La fusione – ha detto Saviotti – slitta al primo trimestre 2015, probabilmente a febbraio a causa degli impegni del management nelle attività di aqr e alle difficoltà di armonizzare le piattaforme informatiche».
Cala a 7,2 milioni (- 28,4%) il risultato dei primi nove mesi del CreVal. Nel solo terzo trimestre il risultato è sceso del 43,8% a 4,06 milioni. Tornando ai dati dei nove mesi, i proventi operativi sono saliti del 15,9% a 700,6 milioni, con margine di interesse a 362,6 milioni (+5,8%) e commissioni nette a 197,8 milioni (+1,9%). Il risultato netto della gestione operativa risulta quindi aumentato del 46,8% a 316 milioni.
Utile netto a settembre di 44,8 milioni (+ 36,6%) per la Popolare commercio industria (Ubi) e utile lordo di 70,9 milioni, in aumento del 22,3% rispetto ai primi nove mesi del 2013. Tale buon risultato è stato ottenuto grazie alla crescita del margine di interesse.
Vola l’attivo Bpm, Banco Popolare al top del patrimonio
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