Lorenzo perde la partita con la leucemia la promessa d’Abruzzo muore negli Usa


Adesso che intorno a Lorenzo rimangono solo seccume e sterpaglie, adesso che la partita è finita tragicamente e una vita di 20 anni è stata stroncata dalla leucemia a 8000 chiliometri di distanza, adesso si può dire: questa era la fine sbagliata della favola di Lorenzo. Lorenzo è Lorenzo Costantini, diplomato 18 mesi fa allo scientifico di Lanciano, Abruzzo ma soprattutto aspirante calciatore professionista con il rossonero della Virtus, società di B, incappato a giugno 2013 in un treno in corsa, la leucemia linfoblastica acuta, due giorni prima di operarsi al crociato. Un controllo di routine. La fine tragica è la morte giunta nell’ospedale specializzato di Philadelphia dove era volato per sottoporsi a una cura sperimentale dopo la donazione di midollo osseo offerto dalla sorella Rossana. 168

E la favola di Lorenzo era la grande speranza, questa sorta di dirigibile virtuale su cui erano salite qualcosa come trentamila persone per provare a guardare da un’angolazione diversa la bestia nerissima che aveva aggredito Lorenzo. Tante erano state le adesioni nel profilo Facebook ”Lorenzo facci un gol” dove anche ieri sono piovuti i messaggi struggenti. E pensare che la squadra non era solo numerosa ma anche buona. E generosa, proprio come serve in una partita difficilissima. L’idea della colletta, decollata in pochi giorni, era nata da Donato Di Campli, agente della stellina pescarese del Psg Marco Verratti tra i primissimi a sposare la causa di Lorenzo Costantini. Ieri solo un flash: «Ciao Lorenzo, riposa in pace». Dietro di lui si erano anche spesi mille campioni, il nome più roboante era stato quello di Zlatan Ibrahimovic. Ma anche le nazionali di basket, quelle di volley, squadre di club. Una specie di campionato a girone unico: tutti contro uno, contro la leucemia di Lorenzo.
La favola di Lorenzo era la grande speranza perchè nel raggio di poche settimane la famiglia aveva racimolato 450 mila euro, la spesa necessaria per provare ad avvicinare la sperimentazione negli Usa. Ecco dove nasceva la speranza, dalle mille donazioni che riscaldavano il cuore di papà Pasquale e mamma Anna.
RIENTRO ANCORA INCERTO
Lei volata a Philadelphia nell’ora più dura, quella dell’ennesima salita poi rivelatasi calvario, lui rimasto in officina fino alla scorsa settimana. Domenica alla notizia della morte di Lorenzo ha chiuso questo anno e mezzo vissuto col cuore in gola, ha trovato il primo biglietto ed è volato dall’altra parte dell’oceano.
Non ancora si conoscono tempi e modalità del rientro in Italia della salma. Si parla di venerdì o sabato, ma nulla di ufficiale. Il silenzio di queste ore è un diritto, oltre che una necessità, della famiglia. Il Comune di Lanciano sta pensando al lutto cittadino. La presidentessa Valentina Maio ha scritto così nel suo blog su Panorama.it. «E’ il primo, tristissimo, giorno senza Lorenzo. Non ho la lucidità, in questo momento, di dire come si esce da questa nebbia di dolore, ma so che dobbiamo tutti avere la forza di provare a stare ancora più vicino a chi più di tutti deve reggerne il peso. Ciao Lorenzo, un bacio». La società aveva un piano che non è riuscita a realizzare: lo ha svelato ieri il capitano Mammarella. Gli avevano preparato la maglia ufficiale per il debutto ufficiale da professionista in serie B. Se Lorenzo fosse tornato sarebbero stati pochi minuti, un gesto simbolico già visto per casi analoghi negli States. Avrebbe fatto diventare la battaglia ancor più favola, irrobustito la speranza magari allungandola di pochi giorni con un po’ di adrenalina. Ma Lorenzo non è tornato.

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