Della prescrizione parliamo da vent’anni. Ora è successo un fatto che ha scosso le coscienze e sono tutti d’accordo. Io vorrei che domani tutti fossero insieme a risolvere il problema”. Il presidente del Senato Pietro Grasso è intervenuto ieri sul tema dopo l’annullamento della condanna a Stephan Schmidheiny nel processo Eternit e ha premuto l’acceleratore: “Con l’emozione del momento gridiamo tutti alla necessità di fare al più presto. Da tempo ho indicato quale potrebbe essere il nuovo modo di vedere la prescrizione e speriamo che finalmente, visto che tutti si dichiarano d’accordo, possa andare avanti”. Pure il presidente dell’Associazione familiari vittime dell’amianto Romana Blasotti Pavesi vuole andare a fondo sulla questione. Martedì lei e altri rappresentanti dei familiari delle vittime di Casale Monferrato e Bagnoli torneranno a Roma per incontrare il presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Gli chiederemo due cose: che mantenga le promesse sulla prescrizione e lo faccia subito; e che stanzi le somme necessarie per ultimare la bonifica. Deve far presto, soprattutto per le nuove generazioni”, dichiara. ALLE 15 i familiari potrebbero incontrare anche il presidente della Camera Laura Boldrini, mentre si sta lavorando ad altri incontri coi presidenti delle commissioni parlamentari nella settimana successiva: “Si tratta dei primi approcci per poi andare a fondo”, dice Nicola Pondrano dell’Afeva. Tra i temi centrali degli incontri ci sarà il risanamento ambientale: “Ab – biamo bisogno di almeno 60 milioni nei prossimi due o tre anni perché a causa della sentenza della Cassazione Schmidheiny non sarà obbligato a risarcirci – spiega il sindaco casalese Titti Palazzetti, che martedì sarà a Roma con il primo cittadino di Cavagnolo Mario Corsato -.
Vorremmo uscire dal patto di stabilità non solo per il 2015, come è già stato stabilito, ma per gli anni successivi, in modo da procedere con gli stanziamenti”. Venerdì sul piatto è stato aggiunto oltre un milione di euro stanziato dal ministro Gian Luca Galletti, il quale ieri ha ricordato che per Casale “nello Sblocca Italia ci sono 15 milioni esenti dal patto di stabilità”. Altro nodo importante è il Fondo delle vittime per l’amianto, presieduto da Pondrano: “Ci sono 30 milioni di euro e vanno spalmati sui prossimi anni. Serve un intervento per allargarlo anche alle vittime ‘civili’ e non solo a chi era esposto all’asbesto per il lavoro”. Sui temi della prescrizione e delle bonifiche si muove anche Bagnoli. Ieri in piazza del Plebiscito a Napoli si sono radunati i sindacati Cgil, Cisl e Uil e dei parenti delle vittime riuniti dell’associazione “Mai più amianto”. INTANTO un altro processo sta per chiudersi a Milano dove ieri il pm Maurizio Ascione ha chiesto condanne comprese tra due e otto anni e mezzo di carcere per sei persone, ex vertici di Enel come l’ex presidente Francesco Corbellini ed ex responsabili della centrale termoelettrica di Turbigo, tutti accusati di omicidio colposo per i decessi di otto operai esposti all’amian – to tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta: “Nessuna misura di sicurezza per proteggere i lavoratori esposti alle polveri è stata adottata dagli anni Trenta fino agli anni Novanta”. D’altronde che l’asbesto fosse dannoso si sapeva già da decenni: nel 1906 il tribunale di Torino aveva scagionato un giornale contro cui si era scagliata la “British asbestos company limited”per alcuni articoli sulle morti degli lavoratori della cava amiantifera di Nole, nel torinese.