Il boia scanna ancora, video sulla morte di Sotloff


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di Valerio Cattano Obama, sono tornato”. Così il boia dell’Isis – l’esercito del Califfo che occupa parte della Siria e dell’Iraq – riappare in un filmato che segue il copione della decapitazione di James Foley, avvenuta due settimane fa. Stavolta nella tuta arancione che richiama i prigionieri di Guantanamo c’è Steven Sotloff, il secondo reporter americano in mano ai miliziani, mostrato anche nella prima esecuzione, rapito un anno fa in Siria. Sotloff lavorava a reportage per dimostrare che l’Isis aveva utilizzato armi chimiche? Sono “voci” circolate on line, così come è stata la rete a lanciare la notizia: Site, che monitora le azioni delle milizie islamiche, sul suo account twitter ha scritto: IS decapita Steven Joel Sotloff e minaccia l’esecuzione dell’inglese David Cawthorne Haines. Il video – “Secondo messaggio all’America” – dopo qualche minuto scompare dal web, ma i jihadisti hanno raggiunto lo scopo; rendere pubblica l’uccisione di un “infedele” secondo una regia collaudata.

SECONDO FONTI di intelligence, il luogo del massacro potrebbe essere sulle alture di Raqqa, città simbolo per il Califfato, così come è possibile che Sotloff sia stato decapitato lo stesso giorno di James Foley e che la pubblicazione dei due video era già programmata in fasi diverse. In ginocchio Sotloff inizia a parlare. “Obama, la tua politica estera di intervento in Iraq avrebbe dovuto servire a tutelare vite e interessi americani: perché adesso io pago il prezzo della tua interferenza con la mia vita? Non sono un cittadino americano? Hai speso miliardi di dollari dei contribuenti e abbiamo perso migliaia di uomini in combattimenti precedenti contro lo Stato Islamico, qual è dunque l’interesse del popolo a riaccendere questa guerra?”. E ancora: “Per il poco che so di politica estera ricordo il tempo in cui non potevi vincere un’elezione senza promettere di riportare le truppe indietro da Iraq e Afghanistan e di chiudere Guantanamo. E ora siamo qui, verso la fine del tuo mandato: non hai raggiunto nessuno di questi obiettivi e stai ingannevolmente conducendo il popolo americano verso il fuoco”. Poi tocca al boia: è il cittadino britannico che i servizi segreti inglesi ritengono di aver individuato analizzando il video di Foley? La Cnn e altre fonti americane lo ritengono possibile. L’assassino, puntando il coltello, dice: “Sono tornato, Obama, e sono tornato a causa della tua arrogante politica estera verso lo Stato Islamico, a causa della tua insistenza a bombardare sulla diga di Mosul nonostante i nostri avvertimenti. Come i tuoi missili continuano a colpire il nostro popolo, i nostri coltelli continuano ad abbattersi sul collo della tua gente”. A nulla è valso l’appello che la madre di Sotloff, Shirley, aveva registrato in un video sul sito del New York Times: “Sto inviando questo messaggio a te, Abu Bakr al-Baghdadi al-Quraishi al-Hussaini, califfo dello Stato Islamico. Sono Shirley Sotloff. Mio figlio Steven è nelle vostre mani. Tu, il califfo, può concedere l’amnistia. Steven è un giornalista che ha viaggiato per il Medio Oriente per raccontare le sofferenze dei musulmani per mano di tiranni. Steven è un uomo d’onore e ha sempre cercato di aiutare i più deboli”. Non è finita qui: alla fine del video il boia mostra un cittadino inglese, David Cawthorne Haines, e minaccia di fargli fare la stessa fine.

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