Già, come l’accoppiata Marquez-Honda.
«Marc è stato fenomenale. I nostri piloti hanno fatto molto bene, ma lui ha vinto 13 gare e fatto 13 pole. Un anno sensazionale. Detto questo, noi siamo tornati al livello della Honda. Non abbiamo mai mollato, ci abbiamo sempre creduto. Insomma, siamo contenti».
Vale ha indicato tre punti per vincere il Mondiale: l’esperienza in più di Galbusera, migliorare la sua guida nell’ingresso in curva e la moto nella gestione delle gomme.
«Come sempre ha fatto una sintesi perfetta. Credo soprattutto che il rapporto tra Vale e Silvano sia destinato a dare ancora più frutti. Anche perché le regole non cambiano».
E le gerarchie nel team?
«Non le abbiamo e non le avremo. A me non piace la parola nemico, preferisco quella avversario. Ma la sostanza è quella. E l’avversario per Jorge non deve essere Vale né viceversa, ma la Honda. Solo scambiando informazioni e lavorando bene insieme possiamo migliorare. Nel triennio 2008-2010 le gerarchie non c’erano e abbiamo dominato. Poi certo, il passato e ora l’esempio della Mercedes in Formula 1 insegnano. Non m’illudo che se lotteremo per il 1° e 2° posto sarà diverso che combattere per il 2° e 3°. Dovremo essere intelligenti e gestire con attenzione anche i momenti delicati che potrebbero esserci».
Non crede che Vale e Jorge potrebbero rubarsi punti e fare il gioco di Marquez?
«No. L’importante è che i piloti Yamaha prendano tanti punti, più della Honda. Ci servono due piloti forti e li abbiamo fortissimi. Il prossimo anno potranno lottare entrambi per il Mondiale. Che dovremmo fare, darne uno alla Ducati?».
Riferimento non casuale: ha qualche rimpianto per aver lasciato andare Vale?
«Personalmente no. Senza lui abbiamo vinto il titolo con Jorge. E’ stata una sua scelta, perché la situazione si era evoluta in quel modo. Capita. Ma il fatto che sia tornato con la Yamaha e che con noi sia tornato ad alti livelli è importante. Francamente una grande soddisfazione. Per me, per la Yamaha, ma anche per tutto il mondo delle moto».
Lui stesso ha ammesso il suo errore.
«E’ come quando da genitore hai dei bambini. Devi accettare che sbaglino, lasciarglielo fare anche se sai come va a finire. Fa parte della vita, tutti devono seguire la propria strada. S’impara. E dalle difficoltà di più. Vale in Ducati ha capito davvero e apprezzato di più i suoi primi anni in Yamaha. E che la Yamaha è rimasta la stessa».
Come vede la Ducati?
«Credo che siano sulla strada giusta. Dall’Igna è molto bravo, il giusto leader per riportare la Ducati a livelli competitivi. Ci vorrà tempo e non sarà facile. Il livello di Honda e Yamaha è molto alto, ma loro sono cresciuti. E hanno le capacità per tornare al top. Per la prossima stagione mi aspetto dei podi, ma sarei molto molto sorpreso se lottassero per il Mondiale».
Veniamo ai ritorni: Aprilia e Suzuki.
«Per la prima non posso esprimermi. Non so a che livello sono, anche perché la Superbike è un’altra storia. Qui anche le Yamaha e le Honda Open sono molto forti. Dalla Suzuki, per quello che ho visto nel weekend, sinceramente mi aspettavo di più. Hanno le capacità per tornare a un buon livello, ma sono indietro e serve tempo».
Vale onestamente non ne ha poi così tanto: può vincere il titolo nel 2015?
«Ne sarei impressionato, non sorpreso. Il prossimo anno ci saranno tre contendenti per il titolo. I numeri e l’età dicono che davanti c’è Marquez e poi Jorge, per gli stessi motivi. Ma Vale ci ha insegnato che non bisogna mai sottostimarlo. Sabato, subito dopo la pole, ho scherzato con lui prendendogli il casco: “ quanti altri conigli hai qui dentro?” gli ho chiesto ridendo. Ecco, per me ne ha altri. E lui lo sa. Sì, se migliorerà ancora come ha fatto in questi ultimi due anni potrà lottare per il Mondiale».