Le varianti di gelsomino disponibili in natura o artificialmente sono davvero numerose, atte a soddisfare tutti i gusto. Oggi ci concentreremo su due diverse varianti di questo tipo di fiore: quella del gelsomino notturno e quella del gelsomino rampicante e come fare a potarlo e a curarlo al meglio. Lo scopo dell’articolo sarà quello di comprenderne caratteristiche ed esigenze di vario ordine e grado di queste piante. Se invece siete interessati a conoscere i segreti di altri tipi di gelsomino o di altre piante verdi, da fiore o da frutto in genere, potete continuare a leggere gli articoli della nostra sezione dedicata al giardinaggio e a farci qualche domanda qualora qualche dubbio persista.
Il gelsomino notturno: potatura e come curarlo
Iniziamo parlando del gelsomino notturno, pianta nota a molti per il suo intenso e caratteristico profumo. La pianta rientra nella famiglia delle piante da fiori solanacee e appare come un arbusto di media dimensione, semi rampicante e con una altezza che può raggiungere senza problemi anche i 150 cm –170 cm. La forma della pianta è leggermente ricadente verso l’esterno, mentre i fiori si caratterizzano per un particolare colore giallo/verde, in un determinato periodo di vita della pianta che è stato preceduto dalla presenza di caratteristiche bacche bianche.
Se state pensando di coltivare un gelsomino notturno a casa, dovete per prima cosa verificare di disporre di uno spazio baciato dal sole solo un paio di ore al giorno, in cui le temperature scendano di rado sotto lo zero (anche nei mesi invernali) e in cui il vento non arrivi o arrivi davvero di rado. Qualora non sia possibile individuare una zona di questo tipo tra gli spazi a vostra disposizione, nei mesi invernali sarà necessario utilizzare un telo per coprire la pianta e proteggerla dal gelo dei mesi invernali. In entrambi i casi, il terreno utilizzato dovrà essere particolarmente fertile, leggero, drenato, badando bene a sostituire la terra ogni biennio soprattutto se si sta optando per la coltivazione in vaso.
La pianta richiede delle innaffiature abbondanti, che dovranno essere frequenti nel periodo della fioritura, e solo mensili in autunno e in inverno (in questo caso evidenziamo che le piante in vaso richiedono più acqua rispetto a quelle coltivate in terra). La pianta non è soggetta a parassiti e funghi, ma potrebbe diventare vittima ci afidi che tuttavia si eliminano in poco tempo con appositi anti-parassitari disponibili e facilmente reperibili nei vivai e nei negozi specializzati. La potatura non richiede particolari operazione: è infatti sufficiente eliminare i rametti più secchi o i fiori “brutti” durante le primavera.
Gelsomino rampicante: cura
Il gelsomino rampicante è un’altra variante di questa pianta da fiore davvero interessante, alla quale ricorrere per proteggere il proprio giardino da sguardi indiscreti, oltre che per rendere più belli i propri esterni e le strutture esterne in genere.
I tipi di gelsomino rampicanti che la natura offre sono davvero molti, ma quasi tutti sono caratterizzati dalla presenza di fiori bianchi che possono emanare un avvolgente profumo. Altra peculiarità del gelsomino rampicante, è il fatto che essi possano raggiungere senza problemi fino a 4 metri di altezza, a patto però che siano fatti crescere in un ambiente abbastanza caldo.
Il gelsomino rampicante infatti non regge bene gli inverni rigidi o più in generale il termometro che indica temperature inferiori allo zero, così come non tollera eventuali raffiche di vento. La versione rampicante può essere coltivata sia in campo che in vaso, a patto però che accanto ai germogli vengano posizionati dei sostegni, facilmente reperibile nei negozi di giardinaggio o nei vivai. Qualora non si vogliano dei sostegni veri e propri, si potranno utilizzare bastoni o canne, da legare attraverso della rafia in maniera stretta e accurata.
Il periodo migliore per piantare la pianta è senza dubbio la primavera, ma nel sud d’Italia la coltivazione può essere anticipata anche al mese di febbraio. Altro momento importante è la potatura, effettuata con lo scopo di stimolare una crescita rigogliosa della pianta sul sostegno. Nei primi 36 mesi di vita della pianta, i tagli dovranno interessare i rami posti in cima, facendo controllando in questo modo i nuovi rami che verranno prodotti da quelli principali.
La potatura del gelsomino rampicante
Nel caso specifico del gelsomino rampicante, poi, la potatura avrà tra i suoi obiettivi anche il mantenimento della forma desiderata per la pianta stessa. Sul fronte dell’irrigazione, chiariamo invece che questo topo di gelsomino non ha bisogno di molta acqua: le innaffiature possono essere assenti nel periodo invernale, mentre dovranno essere più frequenti in estate. Il terreno dovrà essere bagnato in superficie, prestando attenzione ad evitare il fusto (che deve essere tenuto all’asciutto). In questo modo la crescita della pianta verrà stimolata. Qualora sia necessario, ci si potrà rivolgere ad appositi fertilizzanti, da utilizzare ogni tre settimane dopo averli sciolti nell’acqua e utilizzati nella tradizionale innaffiatura.
Per potare questo tipo di pianta è sufficiente eliminare i fiori e i rametti secchi in primavera e in estate, al fine di salvaguardare lo stato di salute della pianta stessa. Anche questa variante di gelsomino appare molto resistente a malattie e funghi, anche se la pianta può avere e presentare segni di sofferenza.
Per tale ragione, è bene verificare sempre lo stato di salute della pianta in modo da identificare per tempo eventuali problemi o anomalie. Tra essi citiamo le muffe e i funghi, che possono essere sconfitti acquistando nei negozi specializzati dei prodotti specifici. A questo punto, non vi resta che mettervi al lavoro, far crescere la vostra pianta con cura e con una attenzione davvero costante a tutte le trasformazioni della pianta.