La famiglia delle piante oleaceae racchiude al suo interno circa 600 specie, raggruppate in 30 generi differenti. Senza pretese di precisione, parlando in generale, è possibile affermare che le piante di olivo occupano una vasta area di terreno e appaiono abbastanza forti, ma la concimazione rappresenta nonostante questo in molti casi un momento imprescindibile nella vita della pianta. Partendo da questa considerazione, oggi analizzeremo perchè una concimazione è necessaria in molti casi e in quali modi può essere effettuata.
Tra le coltivazioni redditizie spicca senza dubbio l’olivo: come avviene la concimazione? Quali sono le tipologie più importanti? L’agricoltura è un mondo bellissimo, che fortunatamente in tanti stanno riscoprendo e che noi di Vivicool intendiamo preservare.
Concimazione dell’olivo: utilità
Come accennavamo nell’introduzione, sebbene la pianta sia molto resistente, la concimazione riveste un ruolo di primaria importanza. Ad influire sulla necessità di ricorrere a questo trattamento troviamo in primis la tipologie di terreno. La maggiore o minore presenza di elementi nutritivi infatti è fondamentale. Tra le sostanze più importanti troviamo N, P, K, Ca, Mg e B, ma tra i valori da tenere maggiormente in considerazione troviamo senza dubbio i livelli di azoto, fondamentale per la crescita e la resistenza della pianta stessa. Viceversa, quando l’azoto non è sufficiente, la pianta crescerà più lentamente e la produzione sarà ridotta. Attenzione però a non eccedere nelle quantità di azoto, per non trovarsi con una pianta particolarmente sensibile al freddo e ai parassiti. Anche il fosforo è molto importante, dal momento che controlla la crescita e la produzione di frutti della pianta; mentre il potassio regola l’amido. senza scendere quindi troppo nei particolari, possiamo affermare che in base alla stagione, cambiano gli elementi aggiuntivi di cui la pianta ha bisogno. Nel periodo autunnale, ad esempio, sono necessari dei concimi fosfo-potassici; nella parte finale dell’inverno i concimi azotati, come in primavera.
Tipologie di concimazione dell’olivo
Se si sta valutando un possibile intervento di concimazione sul proprio uliveto è opportuno per prima cosa analizzare il terreno attraverso un’analisi specifica da ripetere ogni 5 anni. A questo punto se necessario si potrà procedere alla concimazione vera e propria che può essere di 3 tipi.
La prima tipologia di cui parliamo è la concimazione d’impianto. L’obiettivo di questo trattamento è quello di arricchire il terreno e renderlo quindi più adatto allo sviluppo della pianta stessa. Per effettuare questo tipo di concimazione, è necessario procedere ad una aratura particolare, da eseguire dopo una tradizionale. Nella maggioranza dei casi, in questa fase nel terreno vengono incorporati materiali organici che determinano la produzione di humus. Nel caso specifico dell’ulivo rientrano in questa categoria di trattamenti anche la restituzione al terreno di parte della produzione delle olive stesse.
Passiamo dunque alla concimazione di allevamento, che interviene invece sulla pianta e ne stimola la crescita. In questo caso qualsiasi intervento deve essere commisurato alla pianta nello specifico, alle sue dimensioni e alle sue caratteristiche e la somministrazione deve essere mirata. Proseguiamo con la concimazione dell’allevamento, che prevede l’utilizzo di azoto un paio di volte l’anno fino alla fine della primavera. Concludiamo con la concimazione di produzione quella che ha come fine quello di sostenere lo sviluppo della pianta, una crescita della stessa, un corretto rinnovamento della stessa nei periodi in cui è necessario.
I concimi, quindi, possono essere assicurati al terreno in diversi modi. La fertirrigazione, ad esempio, consiste nel versare sulla pianta acqua e concime insieme. Più complessa ma maggiormente efficace è invece la concimazione organica che garantisce un buon livello di humus del terreno, con materiale organico che può essere reperito senza costi eccessivi. Qualora invece ci sia la necessità di trattamenti specifici, si potrà ricorrere alla concimazione fogliare. Nel caso degli ulivi questo trattamento è necessario in situazioni particolari per recuperare una situazione di stress o di potenziale pericolo. Un esempio è rappresentato dalla concimazione fogliare che subentra in caso di assenza di boro, “problema” che si manifesta con malformazioni fogliari, in questo caso quindi diventa opportuno intervenire in due differenti momenti, uno durante la fioritura, uno quando il nocciolo si indurisce.
Spendiamo qualche parola anche su una modalità alternativa, la strategia Ilsa che si basa su dei concimi in formato gelatinoso che si caratterizza per effetti veloci ed efficaci. Un solo intervento di concimazione sarebbe ion grado di favorire la ripresa vegetativa, ottimizzando la produzione, aumentando le quantità di olio prodotte, sostenendo il benessere dalla pianta nel complesso. La tecnologia è abbastanza nuova e i primi test risalgano ad un paio di anni fa, quindi non è ancora possibile parlare di risultati nel lungo periodo, tuttavia una analisi rispetto alla produzione media degli anni precedenti ha permesso di osservare una crescita nella produzione sia di olio che di olive. Questo permette di riconoscere l’efficacia di un prodotto con questa consistenza, che viene rilasciato in maniera lenta ed efficiente, senza interagire in maniera dannosa con altri prodotti che vengono utilizzati. Un altro fattore da considerare è relativo all’ottimizzazione dei costi, in fase di acquisto e di utilizzo del concime in termini di tempo e denaro.
Grazie a queste informazioni dovreste avere le idee chiare sulle possibili necessità delle vostre piante, quello che però è bene precisare e ribadire è l’assoluta necessità di partire da una analisi accurata del terreno e delle sue necessità, per individuare il trattamento più opportuno ed evitare trattamenti inutili che potrebbero addirittura risultare dannosi. Non bisogna infatti dimenticare che anche le quantità eccessive, negli ulivi come nelle altre piante, possono causare dei danni paragonabili a delle intossicazioni umane. Evitate dunque di esagerare con le quantità, non fidatevi ad occhi chiusi delle esperienze altrui ma valutate tutti gli elementi e le caratteristiche delle piante oltre che del terreno, così da capire se effettivamente la “medicina” a cui state pensando è quella giusta per il vostro terreno e per la sua malattia. Non spaventatevi, non si tratta di analisi e di considerazioni particolari o complicate, vi basterà dunque rivolgervi al vostro vivavio di fiducia per avere le prime generiche indicazioni e i primi consigli generali su cosa fare o non fare.
A questo punto non mi resta davvero di augurarvi buon lavoro, nell’attesa di vedere crescere i vostro ulivi e di poter poi gustare le olive e naturalmente anche dell’ottimo olio. L’appuntamento come sempre è per i prossimi consigli di giardinaggio di Vivicool.it!