Il Barbaforte o rafano tedesco: caratteristiche, coltivazione, proprietà, ricette


La nostra sezione “giardinaggio si occuperà oggi del rafano, conosciuto anche come barbaforte o cren. Come di consueto analizzeremo le caratteristiche della pianta, vi forniremo degli utili consigli per la sua coltivazione ufficiale, parleremo delle sue proprietà e di come il barbaforte possa essere impiegato in cucina e portato in tavola. Una guida veloce ed essenziale per chi vuole scoprire di più su questa pianta.

Il Barbaforte o rafano tedesco: caratteristiche e coltivazione

rafanoE’ possibile far crescere il rafano partendo dal seme o dalla piantina. In ogni caso bisognerà aspettare la primavera o comunque la fine delle temperature rigide prima di interrare il seme a circa 10 cm di profondità e prestando attenzione a mantenere una distanza tra i vari semi di almeno 50 centimetri. Nella scelta della zona in cui piantare il barbaforte, considerate che la pianta potrà raggiungere gli 80 cm di altezza.

Ma è possibile anche optare per la coltivazione tramite piantina. In questo caso bisognerà per prima cosa cercare la pianta, estirparla prestando attenzione a non danneggiare le radici (una vanga può essere utile in questo caso), per poi separare le foglie dalla radice prima di suddividere quest’ultime in piccole porzioni tali che ognuna includa una gemma. Quando scegliete il terreno tenete ben presente che il rafano ama il terreno friabile e sciolto, meglio se ben lavorato, e ha spesso bisogno di zone semi-ombreggiate ed innaffiate con costanza, quasi ogni giorno e con una buona dose di acqua.

L’autunno sarà il momento del raccolto, ma se avete una certa dimestichezza e conoscenza della pianta potete anche aspettare i primi freddi. La radice dovrà essere consumata subito dopo il raccolto, momento in cui sono ancora garantiti freschezza e turgore. Qualora invece si preferisca conservare il barbaforte si potrà decidere di essicarlo, grattuggiarlo, surgelarlo, metterlo sotto aceto, ma andiamo con ordine. In tutti i casi sopracitati, la radice dovrà essere tagliata in piccoli dischi spessi un centimetro circa che dovranno poi essere conservati in un vasetto di vetro con un tappo bucato al centro. Dopo una settimana circa si potrà decidere di grattuggiare la radice, metterla nel congerlatore o sotto aceto di vino bianco. Vi sono poi delle altre possibilità di utilizzo come ad esempio la preparazione di una salsa dal sapore molto particolare ed intenso, come la salsa cren, ottimo condimento per bolliti e carni arrosto. Per beneficiare dei risultati migliori è comunque necessario aspettare almeno un paio di anni, così da dare alla pianta il tempo di far crescere delle radici grosse e succose

Il Barbaforte o rafano tedesco: proprietà e caratteristiche

rafanoDiverse sono le proprietà più o meno giustamente attribuite al barbaforte in diversi ambiti. Alcuni, ad esempio, attribuiscono al rafano se consumato sotto forma di succo il potere di decolorare macchie e lentiggini della pelle. Volete provare questo utilizzo? Vi basterà mescolare succo di rafano e aceto. Ma il barbaforte è legato anche a poteri di antibiotici naturali. Questi sarebbero legati alla presenza di principi attivi presenti del resto anche in aglio e cipolla e noti già dai tempi antichi. Risalgono a tempi antichi le notizie di antichi marinai che si munivano si questa pianta per proteggersi dallo scorbuto durante le lunghe navigazioni, sfruttando le dosi di vitamina C, zolfo e potassio contenuti. Buoni sarebbero anche gli effetti della sostanza sulla circolazione sanguigna superficiale, nonchè sulla eliminazione delle tossine e sulla diuresi. Consigliamo l’utilizzo del rafano anche a coloro che soffrono di diabete, dal momento che la sostanza abbassa la glicemia ed è quindi un coadiuvante nella lotta al diabete. L’utilizzo della sostanza è sconsigliato invece a coloro che soffrono di ulcere, acidità di stomaco  e alle donne in stato interessante.

L’ultimo consiglio è quello di ricorrere a queste sostanze in caso di stitichezza cronica o se volete prevenire raffreddori. In questo caso è possibile unire al rafano grattuggiato del miele e consumare il composto 3/4 volte al giorno. Così facendo si scioglierà il catarro e si sconfiggeranno i batteri. Qualora non doveste notare dei miglioramenti potete aggiungere anche mezza cipolla tritata e fatta bollire. Volete invece utilizzare il rafano sotto forma di impacco? In questo caso potete applicarlo su sciatalgie, dolori reumatici, cefalee. Come? Prendete una radice di rafano e grattuggiatela, aggiungendo dell’acqua così da ottenere una cremina; a questo punto mettete il composto al centro di uno strato di lino e piegate la stoffa. Lasciate agire l’impacco sulla zona indolenzita per massimo cinque minuti, riposate e ripetete l’operazione un paio di volte. Se invece volete sfruttare le doti disinfettanti della tintura di rafano, potete disinfettare la ferita grattuggiando la radice e lasciandola riposare coperta da alcol al 70% per un paio di ore. Sì anche all’utilizzo del rafano contro l’influenza!

Ricette con il Barbaforte o rafano tedesco

Ma tralasciamo un attimo l’aspetto legato alla salute e concentriamoci su quello prettamente culinario. Tra gli impieghi più frequenti per la realizzazione di ricette italiane che orientali, troviamo l’utilizzo del rafano tritato o grattuggiato. Tra i piatti forse più noti possiamo citare la rafanata di Matera, una frittata diffusa in periodo di Carnevale nella zona.Oltre confine, in Germania, il rafano è consumato crusso o in salsa, per condire carni e pesci. Ultimamente la diffusione è cresciuta anche grazie alla capillare crescita di ristoranti giapponesi, che lo servono insieme al sushi.

In ogni caso ricordate in fase di acquisto di privilegiare le radici sode e carnose, prive di parti molli; conservate le radici al fresco meglio se avvolte in carta assorbente. Ricordate anche che il rafano tende a diventare scuro molto velocemente, per tale ragione è meglio bagnarlo del succo di limone e dell’aceto.

A questo punto dovrebbe essere davvero tutto, siete pronti per seminare, far crescere, raccogliere, cucinare e consumare il vostro barbaforte. Per oggi è tutto, l’appuntamento è per il prossimo articolo e con la prossima pianta, fiore, erba, frutta o verdura da scoprire. Voi nel frattempo fateci sapere come procede e fateci avere i feedback sulla vostra piantina, le vostre domande o le vostre richieste sui prossimi temi da affrontare in questa sezione. Buona coltivazione a tutti!

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