Quando ci si rende conto delle minuscole dimensioni dell’isola di Malta sembra quasi impossibile che possa essere stata colonizzata da diverse popolazioni nel corso dei secoli. Essendo crocevia del Mediterraneo, è sempre stata una meta di passaggio quasi obbligatoria per tutti i viaggiatori: greci, romani, arabi e spagnoli.
Persino San Paolo, secondo quanto riportato dagli Atti degli Apostoli, si ritrovò a Malta a seguito di un naufragio nel 60 d.c, avvenuto durante il corso di un viaggio che lo doveva portare a Roma per essere processato. Il luogo dove naufragò è oggi conosciuto come Isola di San Paolo e fu proprio grazie a lui che i maltesi si convertirono definitivamente al cristianesimo cominciando a costruire chiese bellissime e ricche di particolari provenienti da ogni stile (oggi ce ne sono oltre 360) . A Rabat, invece, gli sono state dedicate le Catacombe dove alcuni ritrovamenti archeologici hanno rivelato sepolture pagane, ebree e cristiane che rappresentano un segno di diversità religiosa già presente nella Malta di quel periodo. Ma le radici culturali e storiche dell’arcipelago maltese si fondano a partire dal Neolitico quando già era stata scelta come meta di passaggio dagli uomini preistorici che dall’Africa si muovevano verso l’Europa.
L’Isola di malta, storia, cultura e cosa vedere
Uno dei segni tangibili del passaggio dell’uomo preistorico sono i Templi Megalitici che risalgono circa al 4000 a.C. Il complesso templare di Malta comprende ben sei templi Gigantia, Skorba, Ta Hagrat, Hagar Qim, Mnajdra, Tarxien i cui ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza di una civiltà primitiva sviluppatasi nell’entroterra maltese. Tra questi ritrovamenti preistorici va anche menzionato l’Hypogeum di Hal Saflieni, una necropoli sotterranea scoperta nel 1902 e dichiarata nel 1980 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. La posizione strategica di Malta e’ stata di grande importanza anche per i Greci e i Romani. Proprio intorno al 736 a.C. l’isola e’ stata occupata dai greci che le hanno dato il nome di Melita (da ‘’Melite’’, miele in greco antico) poi evolutosi in Malta e, anche se di segni concreti del loro passaggio ce ne sono molto pochi le vicende della mitologia greca si sono ben radicate a Malta. Si narra infatti che la Grotta di Calypso di Gozo situata in prossimità della rinomata Baia di Ramla fosse esattamente quella, dove la ninfa Calypso tenne prigioniero Ulisse per ben 7 anni.
I Romani, invece, hanno lasciato in eredità molti monumenti ancora quasi integri come ad esempio la Domus Romana di Rabat dove all’interno si possono ammirare splendidi mosaici perfettamente conservati. Anche la famosa Heritage Trail di Xemxija, un’antica strada romana utilizzata per il trasporto del sale e dei prodotti della terra, è un sito archeologico molto importante che comprende anche tombe puniche, un Bagno Romano e persino un apiario, dove venivano allevate le api per produrre il miele di cui l’isola vanta una vasta produzione.
Ma e’ un misterioso ritrovamento, appartenente probabilmente all’epoca dei Fenici, a suscitare molto interesse tra studiosi e curiosi. Si tratta delle Car Ruts, una complessa rete di binari paralleli scavati nella roccia, presenti in numerose aree di Malta e Gozo, che hanno una profondità media di 60 centrimetri e una distanza media tra i 110 e i 140 centrimetri. La rete più grande si trova a poca distanza dalle scogliere di Dingli, a Misrah Ghar il-Kbir, sito conosciuto anche come Clapham Junction per la somiglianza con lo snodo ferroviario di Londra. Le origini delle Car Ruts sono al centro di diverse teorie, chi ovviamente con molta fantasia le associa agli extra terrestri e (tra le ipotesi più veritiere) secondo alcuni archeologi risalirebbero al 2.000 avanti Cristo, in concomitanza con l’arrivo nell’arcipelago di nuovi coloni dalla Sicilia. Si tratterebbe di solchi formati dal passaggio di carri che trasportavano carichi pesanti. La teoria dell’archeologo maltese Antonio Bonanno e’ invece la piu’ quotata, egli sostiene che si tratta di canali realizzati dai fenici nel settimo secolo avanti Cristo molto simili a quelli ritrovati in Spagna e in Sicilia.
I Fenici hanno influenzato la popolazione maltese anche nella costruzione delle barche. Quando circa 3.000 anni fa si stanziarono nella baia di Marsaxlokk, arrivarono a bordo di imbarcazioni di legno dalla forma allungata. Il Luzzu oggi e’ la tipica imbarcazione maltese molto colorata (solitamente in rosso, giallo e blu) e su ogni lato c’è disegnato l’occhio di Osiride, che secondo i Fenici proteggeva i pescatori e le loro imbarcazioni dalle ire del Mare. Questi occhi erano presenti già sulle imbarcazioni dei fenici e dei greci, e sono chiamati occhi apotropaici perché allontanano la cattiva sorte.
Tra le tante storie leggendarie che permettono a Malta di essere conosciuta in tutto il mondo ci sono quelle legate all’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri. Le loro gesta hanno fatto la storia di questa isola che grazie allo sforzo, all’abilità e alla caparbietà di questi cavalieri e’ sfuggita varie volte ai numerosi assedi da parte dei nemici. L’Ordine di San Giovanni è il più conosciuto e ha combattuto la famosa Battaglia di Malta (nota anche come Battle of Malta) nel 1522 contro l’impero Ottomano, una delle vittorie più importanti della storia che oggi viene celebrata anche attraverso il Battle of Malta un torneo di poker che ne porta il nome e che ogni anno a Novembre (dal 2012) si tiene al Casino Portomaso di San Julian. I Cavalieri sono famosi anche per aver costruito la maestosa Co–cattedrale di San Giovanni a Valletta con meravigliosi interni in stile barocco e il famoso dipinto ‘La decapitazione di San Giovanni Battista’ di Caravaggio. Il noto artista italiano si rifugiò nell’isola nel 1606, dopo aver ucciso un uomo a Napoli, e durante la sua permanenza dipinse questa sua famosa opera d’arte.