Spesso, con l’arrivo delle temperature fredde, sugli alberi e sulle bancarelle dei mercati fa la sua comparsa un frutto dal colore arancione, da molti amato e da tanti odiato. Si tratta del kaki (detto anche melacaco) il quale è presente in commercio in diverse varianti. Una delle più apprezzate è quella del caco mela. In questo articolo di giardinaggio vi spieghiamo qualcosa di più su questo frutto curioso: quante varianti ne esistono? Quali sono le differenze dal kaki classico? Da dove proviene? Scopriamo insieme le curiosità sul melacaco.
Il Kaki classico
Prima di parlare del caco mela, vogliamo introdurre qualche nozione sul kaki classico. Il kaki è originario dell’oriente ed è giunto in Europa soltanto nei primi anni del Novecento. Il nome botanico di questo frutto è Diospyrus kaki. Proprio in virtù delle sue origini orientali qualcuno ha attribuito un altro nome al kaki, ossia loto del Giappone, sebbene questo nome sia in realtà riferito ad un altro parente del frutto: il Diospyrus lotus, il quale produce una quantità di piccole bacche di color arancione che ricordano nel sapore i datteri. In paesi come la Turchia e la Corea, il kaki è coltivato come pianta ornamentale. Nel clima in cui viviamo noi, invece, la pianta è adoperata come portainnesti del cachi da frutto, perché ha radici molto resistenti ed è una pianta che si adatta a terreni di diverso tipo. In Giappone il frutto è molto amato ed ha anche assunto anche una valenza simbolica di vita e di rinascita: una leggenda narra che l’unico albero sopravvissuto all’esplosione atomica avvenuta su Nagasaki, nell’agosto del 1945, sia proprio un albero di kaki.
Questa pianta cresce molto bene in Italia, in quanto caratterizzata da una grande capacità di adattamento che la rende in grado di fruttificare senza problemi sia nei climi più freddi del Nord Italia, che nelle zone della Campania e della Sicilia. Le coltivazioni si stanno comunque orientando maggiormente verso le nuove varietà di kaki, poiché meno delicate e quindi più facili da gestire.
Melacaco: caratteristiche e differenze dal caco classico
Una varietà di kaki (o caco, all’italiana), è quella del caco mela. Questo frutto si può gustare anche quando la polpa è ancora dura: diversamente rispetto al kaki normale, infatti, il frutto non ha una forte componente tannica e astringente; anzi, è dolce, sodo e senza semi. Il caco mela è commestibile alla raccolta e non richiede la procedura di ammezzimento (ossia un periodo in cantina, sulla paglia) e la sua polpa è caratterizzata dalla consistenza di una mela. Il frutto mantiene la sua consistenza sia che venga o non venga impollinato; anche questa è una differenza importante rispetto al kaki classico. Il caco mela produce anche senza impollinazione.
Questo tipo di frutto ha avuto la sua diffusione soltanto negli ultimi anni, ma in realtà ha una lunga storia: veniva infatti coltivato già nelle campagne napoletane. Il frutto tipico è di forma leggermente appiattita, dalla buccia sottile di colore giallo-arancione alla maturazione di raccolta, che diventa rossastra alla maturazione fisiologica. La polpa del caco mela è color bronzo scuro, a volte rossastra, è molto succosa, dal sapore molto gustoso e zuccherino.
In sostanza, quali sono le differenze tra il caco mela e il caco classico? La differenza non è tanto da ricercare negli aspetti botanici, ma dalla commestibilità: il caco mela si può mangiare appena colto, anche se la consistenza sembra dura: è sufficiente affettarlo con il coltello come si fa con le mele. Anche la forma un po’ appiattita e quadrata ricorda quella di certe mele, le renette in particolare. Rispetto ai cachi delle varietà più tradizionali, il caco mela non richiede l’ammezzimento, grazie al basso contenuto di tannini anche quando è immaturo: lo si può addentare appena colto dall’albero e risulta dolce e croccante. Il caco classico, invece, contiene i tannini, sostanze che danno il tipo sapore astringente e amaro quando il frutto è ancora acerbo. Quando si colgono kaki acerbi bisogna dar loro il tempo di maturare, riponendoli in cassette accanto alle mele, famose per la loro capacità di accelerare la maturazione grazie all’etilene contenuto nella buccia.
Varietà del melacaco
Ora scopriamo assieme quali sono le varietà di caco mela in commercio: quelle di maggiore diffusione sono quattro, ossia Fuyu, Hana Fuyu, O’Gosho e Jiro.
- Caco mela Fuyu: questo frutto può pesare fino a 200 grammi e la sua forma è sferoidale e leggermente appiattita. Il colore della buccia è giallo arancione, la polpa gialla. L’albero è caratterizzato da un portamento piramidale ed ha una abbondante produttività. La raccolta può iniziare dal 10 di novembre.
- Caco mela Hana Fuyu: questo frutto può pesare intorno ai 220 grammi. La buccia è tinta di color giallo aranciato e la polpa è arancione. La forma è più squadrata della varietà sopracitata, stondata e appiattita. L’albero ha una produttività medio elevata e la raccolta comincia dal 20 ottobre.
- Caco mela O’Gosho: questo frutto può arrivare sino a 20 grammi ed è morbio e arancione intenso nella buccia e nella polpa. La forma è rotonda e appiattita. L’albero è slanciato e ha una produttività elevata. La raccolta comincia dai primi di novembre.
- Caco mela Jiro: il frutto pesa intorno ai 170 grammi e la sua forma è appiattita e quadrangolare. La buccia è gialla aranciata, mentre la polpa gialla. L’albero ha una produttività elevata.
Ci sono anche altre varietà di melacaco, ma meno diffuse. Ricordiamo ad esempio il caco vaniglia, caco cioccolatino, caco Brazzale e caco Shogatsu.
Proprietà del melacaco
Questo frutto può essere consumato sia fresco come frutta, che in salse e marmellate, o come frutta disidratata. Il frutto fresco si abbina bene con il sapore del cioccolato fondente. Il caco mela è un alimento molto energetico, in relazione al grado zuccherino legato allo stadio di maturazione del frutto. Con una porzione di 100/200 grammi di caco, in linea di massima, si assumono tra le 65 e le 130 kcal. Il consumo del melacaco conferisce una buona scorta di zuccheri semplici come il fruttosio: quest’ultimo rappresenta il 16% del frutto, mentre le proteine a basso valore biologico sono contenute mediamente per un valore di 0,6 grammi e i lipidi prevalentemente insaturi soltanto per un totale di 0,3 grammi. Questi frutti sono ricchi di fibre, e sono poveri di colesterolo e Sali minerali. Le vitamine più presenti sono la A e la C.
Le controindicazioni di questo frutto sono legate soprattutto all’alto potere calorico in quanto il melacaco contiene molti zuccheri: per questo è consigliabile mangiarne limitatamente, soprattutto per chi ha problemi di sovrappeso, di diabete mellito di tipo due e ipertrigliceridemia o iperglicemia. Possono invece mangiarlo coloro che soffrono di celiachia o sono intolleranti al lattosio, poiché non contiene lattosio né glutine.
Come coltivare le piante di melacaco
Come coltivare il caco mela? La pianta di questa varietà di kaki è facile da coltivare perché non richiede cure particolari, tuttavia è fondamentale dedicare delle attenzioni all’albero, per evitare la cascola, ossia la caduta prematura dei frutti o dei fiori. Questo problema può derivare da stress colturali dovuti alla carenza di macroelementi essenziali per la salute dell’albero, oppure all’eccesso di microelementi come boro e sodio; ancora, la caduta può essere legata a carenza o eccesso di acqua oppure a correnti d’aria fredda. Per prevenire la cascola è importante concimare l’albero con dello stallatico in autunno, interrando il concime al piede della pianta. Quale concime adoperare per il melacaco? Per questo albero è ottimo la cornunghia, o anche la farina d’ossa, da incorporare nella quantità di 200 grammi circa al piede. Per la fruttificazione, la pianta non deve trovarsi in una zona troppo umida del giardino. Per quanto riguarda il terreno, invece, va bene qualunque terreno poiché il caco mela non è un albero troppo esigente. Un consiglio è comunque di evitare terreni che trattengono troppo l’acqua a favore di quelli argillosi e privi di salinità.
Il caco mela si mette a dimora in primavera, facendo attenzione, qualora si acquisti un alberello, a proteggere le radici, e sono molto delicate. La buca scavata deve essere profonda 50 cm circa e riempita con il terreno di scavo addizionato di concime, mentre il colletto deve stare a 3-4 cm dal suolo e l’alberello va sostenuto con un tutore infilato nella terra accanto al tronco senza danneggiare le radici. Per quanto riguarda la manutenzione successiva, il caco mela non necessita di interventi di potatura. È invece utile intervenire sulle piante giovani con una buona potatura di formazione che orienterà lo sviluppo della pianta, ricordando che è meglio che ci siano tre o quattro branche principali ugualmente robuste orientate in direzioni differenti. Gli interventi di potatura sulle piante adulte possono essere fatti per incoraggiare la ramificazione secondaria.
Concludiamo dandovi qualche consiglio circa la conservazione dei frutti raccolti, che si mantengono meglio fuori dal frigo in luoghi freschi, asciutti e bui, non oltre 6/7 giorni dal raggiungimento del grado di maturazione. Vanno disposti in una cassetta su un cartone, distanziati tra loro e accanto alle mele per accelerare la maturazione.