Lin Jarvis è un inglese concreto. Attento ai numeri, non li ha mai dati. Né perso, tanto meno pubblicamente, la brocca. Manco quando ha dovuto gestire l’accesa rivalità tra Lorenzo e Rossi e Valentino lo mise di fronte a un aut aut: «O me o lui». Lo lasciò andare alla Ducati. E l’ha ripreso. E se Rossi è tornato Rossi è anche grazie alla Yamaha. E il primo a credere in lui (ma pure in Jorge) per battere Marc Marquez il prossimo anno è proprio il capo della Yamaha che ha imparato l’italiano e non smette di stupirsi per le continue magie di Rossi. E ce lo racconta.
Lin, come definisce la stagione di Valentino?
«Eccezionale. Non perfetta, perché non ha vinto il Mondiale, ma quel risultato non è stato possibile solo perché c’è stato un Marquez formidabile. Vale è andato oltre ogni aspettativa, anche se non sono sorpreso che abbia vinto due gare. Avevo capito lo scorso anno che aveva il potenziale per tornare a vincere. Però è stato così costante da stupirmi. Semmai mi sarei aspettato che la Yamaha vincesse di più».
E Lorenzo?
«Sicuramente all’inizio dell’anno ha avuto molte difficoltà e commesso molti errori, anche gravi. Credo che debba riorganizzare sé stesso, focalizzarsi e prepararsi fisicamente meglio di quanto non abbia fatto in questa stagione. Però dopo un inizio molto negativo Jorge è stato protagonista di una seconda parte eccezionale. Tolta la gara deludente di domenica, è tornato ad essere la macchina che conosciamo».
Non crede che abbia patito psicologicamente il confronto con Valentino?
«Ogni pilota vuole arrivare davanti all’altro, specie al compagno di squadra. Essere il più forte da più motivazione. Ma credo che per Jorge proprio avere davanti Valentino rappresenti una motivazione molto forte. Essere il numero due non gli piace, però è anche molto onesto e riconoscerà i suoi errori e che ci deve lavorare su».
«Vero. Anche noi non abbiamo iniziato la stagione al livello che ci aspettavamo, sicuramente sotto quello della Honda. Non eravamo pronti, ma alla fine abbiamo chiuso molto bene. La nostra mission deve essere analizzare e imparare da tutto quello che è successo quest’anno. Abbiamo tre mesi per lavorare sui dettagli. Non serve un grande step, ma un’attenzione maniacale per i dettagli. Così dovranno fare i piloti, preparandosi fisicamente e mentalmente. Il livello è così alto che serve la perfezione».