La città curda di Kobane in Siria assediata dallo Stato Islamico, il conflitto in Ucraina alimentato dalla Russia, l’epidemia di Ebola, l’emergenza Lampedusa: «Se si guarda a Sud e a Est, siamo circondati da crisi», ha detto ieri Federica Mogherini, nella sua audizione davanti all’Europarlamento per essere confermata come Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea. Non c’è un’unica priorità, «semplicemente non possiamo permetterci di scegliere» tra emergenze ad Est e pericoli a Sud, ha avvertito il ministro degli Esteri italiano: l’UE deve affrontare tutte le crisi subito e tutte insieme. Ma «il primo compito per i prossimi 5 anni è di dar forma a una vera politica estera comune», superando le divergenze tra capitali nazionali che così spesso in passato hanno minato l’azione dell’UE, ha spiegato Mogherini, convincendo gran parte dei deputati. Se con ogni probabilità Mogherini passerà il test dell’audizione – una decisione definitiva è attesa per oggi – la conferma della Commissione di Jean-Claude Juncker è ancora incerta: diversi commissari non hanno ancora ricevuto il via libera dell’Europarlamento. LA SQUADRA Sono almeno 5 i membri della squadra Juncker a essere ancora sotto osservazione. Il francese Pierre Moscovici (Affari economici), la ceca Vera Jourova (Giustizia) e lo spagnoloMiguel Arias Canete (Energia e Clima) sono stati costretti a rispondere a un questionario scritto dopo un’audizione non convincente. Il britannico Jonathan Hill oggi comparirà di nuovo davanti alla commissione Economica. L’ungherese Tibor Navracsics ha subito una mezza bocciatura, dopo che i deputati della commissione Cultura hanno chiesto di togliergli la responsabilità della «cittadinanza europea ». Tra i vicepresidenti designati della Commissione, la slovena Alenka Bratušek (Unione dell’ Energia) è in bilico. Nelle prossime ore, i leader dei principali gruppi politici si incontreranno con Juncker per cercare di superare le divergenze e sbloccare le singole nomine in vista del voto di fiducia di tutta la Commissione previsto il 22 ottobre. Non è escluso che Juncker sia costretto a un mini-rimpasto. Mogherini ha promesso una nuova «vision» per la politica estera dell’UE. Il «faro» del nuovo Alto Rappresentante sarà «preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la stabilità internazionale ». Le critiche per le posizioni filo- russe sembrano dimenticate. Mogherini ha tenuto una linea di compromesso tra le diverse sensibilità europee: «la Russia al momento non è un partner, ma è un paese strategico e un grande vicino » con cui bisogna «dialogare». Occorre essere pronti a rafforzare le sanzioni, ma anche a «ridurle se le cosemigliorano» in Ucraina. «Serve un mix di determinazione e diplomazia. L’equilibrio dipende dalla reazione dell’orso» russo. Sullo Stato Islamico, è «positivo» aver costruito «un’ampia partnership » contro gli jihadisti, ma è necessario anche vincere la battaglia culturale spiegando che «le prime vittime dell’ISIS sono imusulmani ». Sui Marò, Mogherini ha promesso che da Bruxelles promuoverà «il rispetto del diritto internazionale » e faciliterà «il dialogo con l’India».