08:55:53 MILAN A meno di clamorose sorprese, Filippo Inzaghi schiererà la formazione pensata e provata negli ultimi giorni. Dunque in avanti tornerà dal primo minuto il recuperato Stephan El Shaarawy (a lasciargli il posto sarà il buon Bonaventura di Parma), mentre l’altro recuperato, Fernando Torres, aspetterà in panchina il momento buono per debuttare con la maglia rossonera. A completare il tridente Menez e Honda. Il trio base Inzaghi, per motivi di forza maggiore – Diego Lopez e Alex infortunati, Bonera squalificato – sarà costretto a cambiare tre quinti della difesa schierata al Tardini domenica scorsa, inserendo in porta l’ex Abbiati e come coppia di centrali Rami e Zapata. Gli unici confermati saranno i terzini Abate (in formissima) e De Sciglio, così come saranno presenti per la terza partita consecutiva i tre della linea mediana, Poli, De Jong e Muntari. Inzaghi con la partita di oggi avrà dunque schierato tre diverse difese e due differenti tridenti (Honda, Menez ed El Shaarawy erano partiti anche con la Lazio), mentre la certezza è rappresentata dal trio di centrocampisti che finora ha dato ottime risposte sul piano della corsa, della copertura e degli inserimenti offensivi. A specchio Di fatto, Poli, De Jong e Muntari si troveranno di fronte i tre centrocampisti centrali della Juventus e con loro dovranno fronteggiarsi in duelli singolari. Al di là della possibile carta a sorpresa Vidal, dunque, Poli avrà di fronte il cliente più complicato, Pogba, ma probabilmente verrà aiutato dai raddoppi di De Jong, visto che l’olandese avrà sulla sua verticale Marchisio, “costretto” dall’assenza di Pirlo a compiti di regia, più che da assaltatore. Infine Muntari (ieri una piccola botta a fine allenamento) se la vedrà con Pereyra e qui sicuramente saranno scintille, con due giocatori che hanno dimostrato di stare bene di amare gli inserimenti in avanti. L’altro doppio duello I diversi sistemi di gioco, però, costringeranno le due squadre a sfidarsi sulle corsie laterali. Inzaghi ha grande fiducia in Honda, bravissimo a scalare sulla linea di centrocampisti e garantire la giusta copertura (sulla sua fascia Asamoah è in vantaggio su Evra). Sulla sua sinistra, il tecnico, come detto, rilancerà El Shaarawy, considerato per gamba e capacità nel trasformare la fase difensiva in offensiva, più idoneo a fronteggiare Lichtsteiner rispetto a Bonaventura. Ma l’ex atalantino, così come Torres, sarà un’importante arma a gara in corso, potendo disimpegnarsi in più ruoli e dando così a Inzaghi l’opportunità di cambiare modulo nella ripresa. In dubbio Essien, che ha un fastidio al piede sinistro: stamani, dopo attente indagini mediche, si deciderà se portarlo in panchina. In preallarme il Primavera Mastalli, convocato come ventiquattresimo.
Tutti pazzi per Menez. Oltre al solito gruppetto di giornalisti giapponesi per Honda, ieri a Milanello si è assistito alla calata anche di un plotoncino di cronisti d’oltralpe, incuriositi dal tam tam mediatico nato dopo il gol da urlo segnato dall’ex romanista a Parma. Rete e (soprattutto) prestazioni che potrebbero riportare il buon Jérémy in Nazionale; il che, come ha rivelato Inzaghi, rappresenta la principale motivazione per cui Menez ha deciso di lasciare il P sg aris Saint-Germain offrendosi al Milan da svincolato. Un’assunzione arrivata dopo regolare colloquio di lavoro. E pazienza se la location, un ristorante alla moda di Ibiza, era decisamente sui generis: «Il suo obiettivo – ha spiegato Pippo – è l’Europeo in casa. A Ibiza, è bastato parlargli per cinque minuti per convincermi che sarebbe stata un’ottima idea prendere Menez . Però Menez va aiutato da tutti, anche dai media, perché alla prima partita che sbaglierà, verrà bollato come un parametro zero. Lui ha bisogno di amore? Me lo sposerò, allora». Probabilmente non servirà arrivare a tanto, certo è che questo Menez, dopo il tacco magico di Parma , è in odore di santità. («Il grande gol nasce dal modo in cui scarta Mirante, poi col tacco gli è pure andata bene…») è in odore di santità: ieri – dopo i giornalisti francesi – si è materializzato a Milanello pure Silvio Berlusconi che , dopo aver fatto i complimenti all’interessato a Parma tramite il telefonino di Galliani, ieri ha concesso il bis dal vivo. D’altronde, si sa che il presidente ha un debole per i giocatori di qualità. E Menez, genio un po’ malinconico dalla classe eccelsa, ha tutto per diventare icona di questo Milan, come peraltro certificato pure da chi ha ottenuto il copyright di Genio, ovvero Dejan Savicevic: «Il gol di Parma non mi ha sorpreso, perché da lui mi aspetto sempre certe cose». Sempre che Menez non entri in un loop negativo , come spesso gli è accaduto in carriera: proprio per questo Inzaghi ha invitato tutti a preservarlo come un panda in via di estinzione , considerato che un Menez extralarge, potrebbe dare a gioco lungo la forza al Milan per lottare per obiettivi che oggi nessuno immagina . Falso nove… vero bomber L Intanto, l ‘avvio di stagione del francese è stato da urlo con tre gol in due partite di campionato . Non male per un falso nove: «Con Ancelotti ho occupato spesso questa posizione – ha spiegato Jérémy in settimana – . , una posizione che mi piace molto perché mi permette di muovermi su tutto il fronte d’attacco. In quel ruolo mi sento libero e posso dare un contributo maggiore alla squadra, sia in area sia nella costruzione della manovra». Non si fa peccato a pensare che Inzaghi – che da sempre ha indicato Ancelotti quale suo maestro – abbia proprio indicato all’ormai collega quella soluzione per valorizzare l’estro un po’ anarchico di Menez. Il quale, tanto per gasare un po’ il popolo, ha provveduto a fare una promessa alquanto… impegnativa: «Juve-Milan è una grande partita, ti aspetti tanti gol, come successo a Parma. Sarebbe bellissimo rifare un tacco simile per i nostri tifosi…». Già e pazienza se Inzaghi – che comunque tra i suoi scalpi può vantare un gol con un tunnel a Buffon dopo aver difeso la palla da un “cagnaccio” quale era Paolo Montero (Milan-Juventus 2-1, 22 marzo 2003) – reti così spettacolari non le ha mai segnate. Tra i due, il feeling, al momento, pare incrollabile . : «Inzaghi vive per il calcio, è bello da vedere come esulta in panchina. È ancora giovane e si vede che ha tanta voglia di fare bene con il Milan, perché lo sente come casa sua». E chissà che, tra un po’, non sia anche casa Menez.