Anticipazioni Affari Tuoi: Torna su Rai Uno domenica sera 7 settembre


Mezz’ora di cuore e di cabaret. Quella con Flavio Insinna non è un’intervista canonica: basta servirgli Tassisi – nel nostro caso il ritorno su Raiuno con Affari tuoi da domenica 7 settembre – e lui parte a raccontarsi. Il successo, i flop, l’amore, le guerre, il futuro, la pizza, la Roma. E perfino i selfie (ma non ditegli che li chiamate così). Lo fa con la simpatia e la confidenza che puoi trovare in un amico che conosci da vent’anni, seduti a un bar. Ma devi farti andare bene un succo di frutta, perché Flavio non beve birra. Buongiorno Flavio, si sente pronto per la ripartenza del programma? «Sì, io e la famiglia di Affari tuoi siamo nella sanissima fibrillazione degli ultimi giorni. Ma diamoci del tu che siamo giovani». Volentieri. Puoi anticiparci qualche novità della dodicesima edizione? «Ci saranno degli aggiustamenti: più musica dal vivo, una nuova mascotte in studio, qualche variabile per aumentare la suspense del gioco. !

E come sempre un grande coinvolgimento del pubblico. Dobbiamo cambiare, ma farlo  con delicatezza: al telespettatore piace essere coccolato nelle sue certezze». Ai provini c’erano code in tutta Italia: come ti spieghi l’intramontabile amore per i “pacchi”? «Il segreto è il pubblico. La nostra capacità sta nello scegliere i concorrenti giusti, un po’ come il contadino che raccoglie la frutta buona. Poi ci sono le storie, semplici e bellissime, della gente che viene da noi. E a fine puntata si va a cena tutti insieme». «Non può sempre andarti storta» Come sono cambiati i concorrenti dal 2006? «All’epoca inseguivano un sogno, oggi, spesso, un bisogno. Inutile nasconderlo, il programma è una piccola occasione per portarsi a casa dei soldi. E noi mandiamo un messaggio: nella vita non ci sono solo le bollette e non può sempre andarti storta». Il mestiere dell’intrattenitore oggi è più difficile? «Me lo chiedo sempre davanti ai Tg: ma quanto siamo “stonati” rispetto alla realtà noi che proviamo a portare il gioco nelle case? Poi incontro un pensionato in strada: “Me fai ammazza’ dalle risate!”, mi dice, e mi ringrazia per quella mezz’ora di leggerezza à sincera che gli arriva dalla Tv. ? E allora sento fortissimi l’entusiasmo e la responsabilità». Tornerai a fare La Pista? «No, peccato, ci siamo fidati del format ma non è andata come speravamo». 170334337-099af023-302e-4ae0-abb2-36128ec45279

Come ti immagini fra trent’anni? «L’altro giorno ho trovato sul tergicristallo dell’auto un opuscolo che pubblicizza dei ! corsi per diventare pizzaiolo. Me lo sono tenuto da parte sul sedile. Non si sa mai». È vero che non sopporti la parola “single”? «Sono un difensore della lingua italiana. E lo dico con la consapevolezza di chi appartiene alla categoria: chiamateci “scapoli”!». Ti ritrovi nella definizione di “scapoione incallito”? «Scapolo sì, incallito no. Di certo, non avrei voluto essere un padre assente per i troppi impegni di lavoro. Ma per il futuro non tengo chiusa nessuna porta». Come la mettiamo con i famosissimi “selfie”? «Continuo a chiamarle foto. In ogni caso, ogni volta che qualcuno mi ferma per strada  e mi chiede di fare un “selfie” (mannaggia a voi, l’ho detto!), mi fa tanto piacere». E la tua Roma? «Per lo scudetto smetterei di bere, se bevessi. Ma non bevo. Scegliete voi in fioretto e io lo faccio».

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