Potatura della lavanda, quando e come farla, periodo e metodi


Bella e colorata, la pianta della lavanda è capace di arredare ambienti interni ed esterni e di farlo con stile, allegria ed eleganza. Se volete però che la vostra pianta sia bella, colorata e rigogliosa, è fondamentale prestare una particolare cura alla potatura di questa pianta. Proprio della potatura della lavanda ci occuperemo dunque in questo articolo, analizzando insieme quando e come effettuarla e quali sono i metodi migliori da utilizzare.

Quando effettuare la potatura della pianta

Iniziamo chiarendo che la lavanda è una pianta rigogliosa, che quindi cresce in maniera molto rapida, con una tendenza dei rami a diventare sempre più lunghi e più spogli con il passare del tempo. In un contesto come questo, dunque la potatura di fatto è volta a far sì che la lavanda non diventi troppo legnosa e mantenga quindi quei colori e quell’equilibrio che la caratterizzano.

La prima cosa da fare è valutare con attenzione il momento dell’anno, o meglio del ciclo di vita della pianta, in cui tale operazione deve preferibilmente essere effettuata. Ebbene bisogna tenere presente che la potatura deve essere effettuata nel momento in cui il periodo di fioritura è terminato, quindi ad inizio settembre se ipotizziamo che la fioritura sia avvenuta tra giugno ed agosto. Le tempistiche indicate sono quelle medie della nostra nazione, chiaramente al registrarsi di temperature che si discostano dalla media questi valori potrebbero mutare anche in maniera importante. Proprio in questo momento, dunque, è necessario intervenire liberando la pianta di circa il 70% della vegetazione che ha sviluppato nei due mesi prima, prestando attenzione naturalmente anche ad eliminare eventuali spighe secche. Per ottenere un risultato perfetto, è fondamentale mantenere su ogni stelo della pianta almeno quattro gemme e non andare a modificare la forma di eventuali legni non più produttivi. Qualora sia necessaria una potatura di emergenza, in presenza di una pianta che ha perso bellezza e vigore, la stessa potrà essere effettuata anche nei mesi estivi.

La potatura della lavanda: come farla passo dopo passo

Analizzando dal punto di vista pratico il da farsi, dunque, chiariremo per prima cosa la necessità di tagliare gli steli sfioriti a pochi centimetri dal rame sottostante; andare a perfezionare quanto sopra realizzato facendo in modo che la pianta assume un aspetto arrotondato e proporzionato. Ad influire su questa operazione, o meglio sull’attrezzatura necessaria, sono senza dubbio le dimensioni della pianta: in presenza di un piccolo cespuglio sono infatti sufficienti della forbici, qualora il cespuglio sia molto ampio invece bisognerà munirsi di cesoie. In presenza di una pianta molti lignificata, bisognerà puntare prima alle prime foglie, in modo da rendere la pianta più giovane, ricordando però che in seguito a questa operazione la pianta l’anno seguente potrebbe non rifiorire.

Come facilmente intuibile, appena effettuata questa operazione la pianta apparirà senza dubbio vuota e scarna, e tale resterà per un periodo variabile, influenzato dalla capacità di ricrescita della pianta stessa. Si tratta tuttavia, lo precisiamo, di un periodo transitorio che è necessario sopportare se si vuole fare in modo che la pianta diventi forte e sana, e se si vuole fare in modo che la stessa allunghi il suo periodo di vita, che con le cure adeguate può raggiungere senza alcun problema anche i 10 anni di vita. In generale, comunque, è possibile affermare che entro settembre la lavanda dovrebbe avere ripreso l sua massa e la sua forma tipica tradizionale.

La potatura: metodi per avere la lavanda essiccata

In alcuni casi, invece, si ricorre alla potatura per ottenere la lavanda essiccata. In questo caso è necessario procedere alle operazioni quando è iniziata la fioritura della spiga, prestando attenzione ai fiori che devono essere ben asciutti. A livello pratico sarà necessario tagliare una porzione di stelo e farne dei mazzetti, che appendere e lasciare poi al sole ad essiccare per due settimane circa. E’ opportuno tuttavia controllare periodicamente che i rametti secchino troppo e quindi cadano. Una volta essiccati per bene, potranno essere riposti in sacchettini di stoffa ed utilizzati per profumare armadi o ambienti più in generale.

Quali attrezzi usare per potare la lavanda?

Una volta chiarito quando e come intervenire il linea generale, passiamo ad analizzare quali siano gli attrezzi di cui è necessario disporre, ovvero cesoie e forbici. E’ necessario che questi due attrezzi siano ben affilati, dal momento che i tagli dovranno essere netti e forti, tali da non creare superfici non omogenee o filamenti di vario tipo. Un taglio non effettuato in questo modo infatti potrebbe rendere la pianta della lavanda maggiormente soggetta a malattie ed infezioni di vario tipo, facendo sì che la stessa contragga e sviluppo funghi e parassiti. A tal proposito ricordiamo la necessità, come avviene per le altre piante, di disinfettare con meticolosa cura gli attrezzi prima di utilizzarli.

Storia e utilizzi della lavanda

Adesso che avete una pianta di lavanda bella, potata e curata, avete tempo anche per scoprire qualcosa in più su di essa. Sappiate che la lavanda è una pianta erbacea aromatica che produce fiori con una colorazione che oscilla tra il lilla e l’azzurro e oltre ad essere bella è anche molto utile, dal momento che può essere in vario modo utilizzata anche per rendere più bello e più sano il nostro corpo. Tra le doti della pianta troviamo senza dubbio il caratteristico profumo, che la rende adatta a profumare l’acqua utilizzata per la detersione quotidiana o utilizzata per lavare i panni. Da sempre, alla pianta vengono riconosciute anche spiccate doti mediche, prova ne sia il fatto che la stessa viene utilizzata nella lotta contro nausee, singhiozzi e dolori intestinali in genere. Non amate la lavanda? Nella nostra rubrica dedicata al giardinaggio troverete informazioni e curiosità su molte altre piante.

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