Apple Watch, La Mela arriva sul polso, Cupertino detta anche le ore


di Diletta Parlangeli Sulla carta, un trionfo. Ieri a Cupertino sono stati presentati i nuovi prodotti Apple, che rispondevano a molte delle indiscrezioni girate nell’ultima settimana per tutto il mondo: due nuovi iPhone e l’Apple Watch. L’iPhone 6 e l’iPhone6 Plus sono i nuovi smartphone di casa Mela. Disponibili dal 19 settembre negli Usa (qualcuno avvisi quelli che sono già in fila fa giorni fuori dai negozi) ed entro il 2014, qui in Italia. I display saranno, come annunciato, di diverse dimensioni: da 4.7 e 5.5 pollici di diagonale e lo spessore rispettivamente di 6.9mm e 7.1mm, un processore Apple A8 a 64-bit (più piccolo del 13% rispetto all’A7, ma il 25% più veloce), grafica più veloce (del 50%), display Retina HD, retro in alluminio e frontale in vetro con particolari ioni (non zaffiro).

LTE PIÙ VELOCE di sempre, supporta fino a 20 bande (con l’aggiunta di voLTE, che sta per voice over LTE, per le chiamate), wifi più veloce. Potenziamento della batteria (grande e cronico cruccio degli amanti Apple), fotocamera ancora tarata su 8megapixel, ma evoluta attraverso una serie di migliorie tra le quali, focus pixel, per una maggiore precisione, iSight per il riconoscimento dei volti. Con l’iPhone6 Plus, poi, lo stabilizzatore. Il sistema operativo è iOs8. Nuova tastiera, più agile per la digitazione con una mano sola e altro (disponibile dal 17 settembre, per i modelli dal 4s in su). Ma sono altri due gli assi nella manica della nuova offerta: il sistema Apple Pay, che consente di effettuare pagamenti veloci – con riconoscimento digitale – e Apple Watch. È quest’ultimo il gioiellino, in arrivo l’anno prossimo, che hanno mostrato dal palco del Flint Center of Performing Art. In diverse versioni, promette di restare un orologio e poi diventare tutto il resto. Interagisce con l’iPhone (ai aggancia a gps e wifi), contiene app – e anzi, l’invito è a svilupparne di nuove – è touch, ma ha anche la corona laterale “Digital Crown”, che è un comando tutto fare. Personalizzazione è la parola d’ordine, al fianco di Fitness e benessere (della serie: se siete sportivi come un divano, lasciate perdere). Ultima sorpresa, il disco degli U2 (presenti) scaricabile gratis su iTunes fino al 13 ottobre. L’evento di ieri è stato preparato in ogni minimo dettaglio per lungo tempo. La location scelta è la stessa dove Steve Jobs aveva presentato il primo Mac, nel 1984. Sono passati ormai quasi 3 anni dalla sua scomparsa, e l’azienda si è mossa nel difficile terreno del Catturamantenimento della linea, e del cambiamento di pelle necessario a inaugurare nuove ere. Ha un po’ allargato le maglie della ridigità consueta – nei rapporti con l’esterno, stampa compresa – e ha fatto acquisti non banali.

MA LA VERA sfida, quella in cui Apple si è sempre giocata tutto – costruendo la sua credibilità –non è stata offrire oggetti innovativi, ma fare in modo che quelle innovazioni modificassero le dinamiche del mercato. “Il primo Mac non ha cambiato solo la Apple, ma l’industria del computing – disse Jobs introducendo l’iPhone nel 2007 –. Nel 2001 il primo iPod non ha cambiato solo il nostro modo di sentire la musica, ma l’intera industria musicale (e l’industria musicale ancora se lo ricorda, ndr)”. E fu all’epoca che spese uno dei suoi celebri “boom”, espressione che ha sempre usato per indicare la semplicità d’azione nell’utilizzo e l’immediatezza di risposta delle interfacce utente. Tutti quei boom sono stati racchiusi in un video di 4 minuti, segnalato da Tuaw e ripreso da Maccitynet. Quello di ieri, sarà il suo next boom?

Usi Apple? Hai gusti da fighetto

di Valerio Venturi Apple non realizza prodotti. Vende sogni ed uno stile di vita “up”. È per molti una sorta di religione, con tanto di messia ora scomparso –Steve Jobs; quindi non stupisce che sia pieno il mondo di techno-appassionati capaci di farsi file chilometriche per acquistare il nuovo oggetto del desiderio. Tutto, pur di potersi sentire sul lato illuminato della terra. Il feticcio della mela morsicata, aggeggio tra gli aggeggi che tutti i più fichi del mondo devono avere, è posseduto – almeno in Italia – da persone che online vanno alla caccia di vestiti modaioli e auto costose. Non è un luogo comune. È quanto emerge da una ricerca condotta dal portale subito. it , specializzato in piccoli annunci. Per ogni utente è rilevata la piattaforma utilizzata per accedere al sito. Tra utilizzatori iPhone e Android – 4 milioni per una fazione e per l’altra – ci sono analogie ma soprattutto differenze, come si rileva da un’analisi delle parole chiave più utilizzate per le ricerche. Chi usa l’iPhone è più attento ai brand e al fashion: costoro prediligono robe di tendenza, incluse quelle che fanno status symbol ed evidenziano capacità di spesa. Nel segmento “auto e moto”, il più rilevante in assoluto, le parole chiave per i Mac-amatori sono Vespa, Smart, BMW, Harley, ma anche Ferrari, Porsche e Abarth – questi ultimi assenti nella classifica degli utenti Android. Nel reparto tecnologia e lifestyle? Ecco spuntare Mountain bike, iPad, Rolex, Gucci e Vuitton. GLI USERS del sistema operativo di Google? Meno spendaccioni e più concreti. Anche loro cercano auto e moto – il 47% del totale. Torna la Vespa, compaiono i camper, al sesto posto in classifica. Tra i brand più gettonati di nuovo Smart e BMW. Nella hitlist generica delle keyword per chi usa Android ha rilevanza il termine “lavoro”– al quinto posto, contro il 37esimo per gli utenti iOS. Le voci appartamento e cucina, in ottava e decima posizione, completano il quadro. Windows phone? Non pervenuto. Insomma, dimmi che smartphone usi e ti dirò chi sei. Un tempo c’erano comunisti e fascisti, guelfi e ghibellini. Alla peggio, quello della Vergine con Luna in Scorpione o gli Ariete ascendente Toro. Ora ci si esprime e si fa la guerra sulla base del tifo calcistico o dei devices che si (ci?) usano. Ci appigliamo come pazzi a due elementi chiave: la forza del racconto di chi propone e la capacità magica della nostra carta di credito.

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