Michael Schumacher, a casa dopo il silenzio


di Stefano Caselli C’ è ancora una strada lunga e difficile davanti a lui”. Sabine Kehm, la portavoce, non si sbilancia in entusiasmo. E non può essere altrimenti, data la gravità dell’incidente. Ma una buona notizia comunque c’è: Michael Schumacher, a quasi nove mesi dalla caduta sugli sci sulle piste di Meribel in Francia, lascia l’ospedale di Losanna e torna a casa, a Nyon, sul Lago di Ginevra: “Il trasferimento –si legge nella nota della portavoce – è stato deciso visti i miglioramenti fatti nelle ultime settimane e mesi, considerata la gravità delle sue ferite (…) concludere che lo stato di salute è fortemente cambiato sarebbe falso. Inoltre non sarà necessario realizzare alcuna costruzione sul terreno di casa Schumacher”. Dunque, almeno stando al comunicato ufficiale, nessuna struttura da 12 milioni di euro, come si era detto nei mesi passati, per ospitare a casa la prosecuzione della riabilitazione dell’ex sette volte campione del mondo di Formula Uno. Schumacher, 45 anni compiuti il 3 gennaio, rimase vittima di un grave incidente sulla neve il 29 dicembre 2013 in Francia: un tratto fuori pista, rocce affioranti, una caduta, il capo battuto violentemente contro una di queste rocce. Le condizioni apparvero subito molto serie. Il primo bollettino medico dell’Ospedale di Grenoble, dove l’ex pilota fu trasportato non senza polemiche su possibili imprudenze nei primi soccorsi, non dava molta speranza: “È impossibile dire se ce la farà – dissero i medici – le lesioni cerebrali sono diffuse, è in coma in condizioni molto gravi”.

A GRENOBLE Schumacher è rimasto per più di sei mesi, fino al 16 giugno. Nel corso dei mesi – oltre all’inchiesta che escluse particolari imprudenze da parte dell’ex campione (che indossava un casco con telecamera) e il furto di una cartella clinica con annesso giallo del suicidio della persona accusata del furto – si sono susseguite voci sullo stato di salute mai, per la verità, troppo rassicuranti. Ai primi di febbraio si diffuse anche la notizia della morte, subito smentita michael-schumacher_2352488bdall’Ospedale, pochi giorni dopo che la portavoce Kehn aveva annunciato la diminuzione dei sedativi e l’inizio della fase di risveglio. Poi, dopo un’infezione polmonare, le bordate di Gary Hartstein, capo medico della Formula Uno dal 2005 al 2012: “Bisogna prepararsi al peggio”, disse il 26 marzo. E ancora: “Temo, e ne sono quasi certo, che non avremo mai più buone notizie sullo stato di salute di Michael”, scrisse sul blog il 3 giugno. Il pessimismo dell’ex medico F1 fu invece, in parte, smentito poco dopo, il 16 giugno, quando l’ex pilota uscì dal coma e fu trasferito dall’ospedale di Grenoble in un centro specializzato a Losanna: “Ora inizia una lunga fase di riabilitazione”, fece sapere la famiglia.

LE ULTIME informazioni parziali sul suo stato di salute risalgono ad allora, quando alcune indiscrezioni pubblicate sulla Bild parlavano di un paziente dimagrito di venti chili ma in grado di comunicare con gli occhi, capace di respirare autonomamente a tratti, nonostante non potesse ancora fare a meno dell’aiuto dei respiratori artificiali e in grado di essere sottoposto alle prime sedute di fisioterapia. Ora Schumacher torna a casa. In fondo fu la moglie stessa, Corinna, che – proprio nei giorni in cui il dottor Hartstein gelava le speranze – disse che il marito avrebbe presto “lascia – to l’Ospedale per tornare a casa”. L’ipotesi del trasferimento era stata rilanciata dal magazine online Focus appena sei giorni fa: “Michael Schumacher potrebbe tornare a casa per Natale, a circa un anno dall’incidente. Nessuno è in grado di dire quanto tempo ci vorrà prima che riacquisti le capacità motorie, quando riprenderà a parlare o quando recupererà la memoria”. Nessuno è in grado di prevedere nulla, ma almeno una cosa si può dire: Schumi tornerà a casa prima di Natale

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