Ricette di Natale 2018 e menù Lazio: tradizioni e cultura che arrivano da lontano


Il viaggio del Natale a tavola di vivicool approda nel Lazio, la regione della Capitale italiana dalle cui tradizioni provengono alcuni piatti tipici natalizi che presenziano sulla mia tavola di Natale. Da Roma arriva la tradizione della befana, che porta dolci e doni ai bambini buoni della capitale;  carbone ai bimbi monelli. Viterbo vince il premio per l’atmosfera più suggestiva. In tutto il Lazio molti piatti di uso comune vengono inseriti nel menu natalizio.

Natale a tavola nel Lazio

Ricette di Natale: tradizioni laziali

Il Natale nel Lazio, come a Roma, è fatto di colori, suoni, luci, sapori e odori che circolano per le strade inebriando cittadini e turisti.  Se volete vivere per almeno un giorno un’atmosfera natalizia particolare, è qui che dovete venire, passando per i diversi mercatini di dolci e giocattoli che trovate nelle varie piazze.

Uno su tutti il mercatino storico dei dolci di Piazza Navona, dove bancarelle colorate stracolme di caramelle, croccanti, frittelle, palloncini, clown e artisti di strada che intrattengono i più piccoli ma che fanno sorridere anche noi grandi. Il Presepe, poi, è il simbolo del Natale per il Lazio: moltissime le rappresentazioni della natività  nelle diverse città. Sarà possibile ammirarlo in versione vivente a Corchiano (VT) nella meravigliosa cornice del monumento naturale delle Forre di Corchiano; la versione Etnografica a grandezza naturale la potremo vedere a Serrone (FR), uno dei presepi più grandi del Lazio con  oltre 130 personaggi che faranno rivivere i suggestivi vicoli e le piazzette del borgo antico; infine Calcata (VT) che si trasformerà in un enorme presepe con statue fatte a mano dagli artigiani locali che renderanno il paese intero un vero e proprio presepe a cielo aperto.

A Roma, come in tutta la regione, il Natale si vive fin dalla vigilia, con una cena a base di pesce, baccalà in primis. Anche i carciofi fanno parte del menù natalizio, nella classica versione alla giudia. Infine il capretto, che dalla tavola di ogni giorno, passa direttamente alla tavola natalizia con ricette particolari. Vediamo insieme i piatti tipici del Natale a tavola in Lazio.

Ricette di Natale 2018: il menù di Roma e del Lazio

Il Natale a tavola nel Lazio e a Roma  è concentrato nel giorno della vigilia con il cenone del 24 dicembre. La tradizione vuole che tutta la famiglia sia riunita attorno alla tavola. Si racconta che nella giornata del 24 dicembre si debba osservare un digiuno in preparazione al cenone. La preparazione del cenone inizia con l’acquisto del pesce, ingrediente principale di tutti i piatti della vigilia. Tale tradizioni ha radici ben radicate nelle tradizioni laziali: già dal 542 d.C. si racconta della folla che si recava al “forum pescium” per acquistare il pesce all’ingrosso.

Sulle tavole laziali a Natale non possono assolutamente mancare, oltre al pesce in genere, i filetti di baccalà e broccoli fritti. Da qui arriva la tradizione portata nella mia famiglia da mia madre e mia nonna: a casa mia non è Natale senza broccolo e baccalà fritto, in pastella. Che poi è simile alla tradizione pugliese, sempre presente a casa mia, delle famose pittule, ovvero baccalà pastellato e fritto.

E se il broccolo a Roma la fa da padrone assieme al pesce, sulle tavole natalizie laziali viene un pò impiegato in ogni piatto, come ad esempio la zuppa di arzilla con broccoli e vongole; la minestra di broccoli alla romana. In realtà non esiste un menù natalizio tipico per la vigilia di Natale; la tradizione vede, però, ancora oggi alcuni piatti che si ripetono e tramandano di madre in figlia nel tempo: un antipasto a base di gamberetti, polipetti, anguilla marinata e sottaceti; la zuppa di arzilla con vongole o gli spaghetti alle vongole; pesce o gamberoni al forno (e questi non mancano mai per me a Natale).

E poi non dimentichiamo tutti i famosi fritti di cui sopra: filetti di baccalà, broccoli, cavolfiore, carciofi alla giudia, filetti di zucchine, patate; infine frutta secca e il classico dolce natalizio laziale: il pangiallo. Vi starete chiedendo, come me, cosa sia la zuppa di arzilla? Eccovi la ricetta, presa dal sito ricetteonline.com.

Ricetta laziale della Zuppa di arzilla, come si prepara?

Ingredienti: 1000 gr arzilla (razza chiodata), 600 gr broccoli romaneschi, 250 gr pasta tipo ditalini rigati, 200 gr pomodori pelati, 2 acciughe sotto sale, 3 cucchiai olio d’oliva extra-vergine, 1 cipolla media, 1 sedano, 1 carota, prezzemolo, succo di limone, aglio, poco peperoncino.

Preparazione: Pulite la razza spazzolandola energicamente sotto l’acqua corrente e mettetela in una casseruola con circa 200 cl di acqua fredda. Salate e unite il sedano, la carota, la cipolla e qualche gambo di prezzemolo, tutti mondati e affettati. Coprite, fate prendere l’ebollizione e fate cuocere, a fuoco moderatissimo, per circa 20 minuti. Quando la razza è cotta, tiratela su con una schiumarola e pulitela togliendo la testa, la pelle e le cartilagini. Mettete da parte la polpa (condita con olio e limone, potete servirla come antipasto o come secondo) e rimettete tutti gli scarti (testa e cartilagini) nella pentola con il brodo lasciando cuocere per altri 30 minuti circa.

Raschiate leggermente le acciughe, sciacquatele, asciugatele e diliscatele. Preparate un trito finissimo con l’aglio, una manciatina di prezzemolo e poco peperoncino e fatelo appassire, a fuoco dolcissimo, in una casseruola con l’olio. Dopo 1 minuto, unitevi le acciughe e fatele disfare schiacciandole con la forchetta. Versate nella casseruola i pelati spezzettati e il vino, coprite e fate cuocere per circa 20 minuti. Dividete il broccolo in cimette (tagliate in 2 o in 4 quelle più grosse) lavatelo e aggiungetelo alla salsa, lasciandolo insaporire per qualche minuto a fuoco vivace.

Passate il brodo di pesce da un colino lasciandolo cadere direttamente nella casseruola con i broccoli, unitevi anche dei pezzettini di polpa recuperati dagli scarti e proseguite la cottura per altri 10 minuti. Buttate la pasta, mescolate e fatela cuocere per circa 15 minuti. Servite la minestra ben calda, rigorosamente senza formaggio.

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