Ricette di Natale 2015 a tavola: delizie, sapori e tradizioni in Lombardia


Vi abbiamo già anticipato che noi di vivicool cercheremo di accompagnarvi in un viaggio tra le tavole di Natale degli italiani, attraverso tradizioni, sapori e  profumi propri delle culture che insieme formano il Natale a tavola degli italiani. Anche quest’anno saremo in molti a scegliere l’atmosfera di casa per trascorrere una delle feste più importanti dell’anno. Circa 140 euro di spesa a famiglia per preparare la cena della Vigilia o il pranzo di Natale a seconda delle tradizioni. Iniziando dalla Lombardia, vi porterò il mio personalissimo esempio di Natale multi-tradizionale: dalla lombardia, regione che accolse i miei geniotori da piccoli e che ha insegnato a me valori e tradizioni che conosco, passando per Lazio e Campania, regioni dell’infanzia di mia madre, finendo poi in Puglia, che diede i natali a mio padre.

Natale a tavola in Lombardia

Natale a tavola: tradizioni lombarde

Il Natale a tavola in Lombardia, soprattutto a Milano, non è Natale senza panettone (panetun). Le leggende che si tramandano sulle sue origini sono diverse. Una delle tante sostiene che il “pane di tono”, ovvero “pane grande” come lo chiamava Pietro Verri, fosse presente sulle tavole dei milanesi già dal Duecento; un’altra leggenda vuole che il panettone sia stato inventato da Toni, garzone di un fornaio che decise di arricchire un semplice pane con ingredienti pregiati (quali burro, uvette, frutta candita, uova) per fare colpo su di una fanciulla. Oltre al panettone, ricordiamo il buonissimo torrone, quello della Festa del torrone di Cremona soprattutto che si svolge dal 15 al 23 novembre a Cremona appunto. Tra le altre tradizioni lombarde che riguardano il Natale ricordiamo i famosi mercatini natalizi: a Milano la fiera degli “Oh bej! Oh Bej!” che per oltre un secolo in concomitanza con la festa del patrono milanese Sant’Ambrogio ha rallegrato le vie attorno alla basilica (dal 2006 si è spostato in Piazza Castello); meravigliosi anche i mercatini di Livigno dove, oltre a piccoli oggetti di artigianato, troviamo anche delizie e prelibatezze come castagne, noci, mele, il tipico panpepato, dolci fritti e lo squisito vin brulé. La Lombardia, grazie alle sue montagne e città montane meravigliose, offre certamente atmosfere particolarmente natalizie: cime innevate, luci colorate, alberi enormi addobbati per le festività, piste di pattinaggio sul ghiaccio per grandi e piccini e, infine, caldi e ricchi piatti natalizi. Vediamo alcune delizie e alcuni sapori del Natale in lombardia.

Natale a tavola: delizie e sapori lombardi

Come anticipato poco fa, soprattutto a Milano, il Natale non è tale senza un buon panettone. Io, personalmente, vi suggerisco un ottimo panettone realizzato nel carcere Due Palazzi di Padova dai detenuti della pasticceria Giotto. Ci sono, comunque, altre ottime pasticcerie milanesi che offrono un sofficissimo panettone, molto burroso come vuole la tradizione. Altri piatti tipici natalizi che troviamo sulle tavole della lombardia sono ricchi e molti a base di pasta fresca e cappone. Sulla mia tavola, che è un misto di tradizioni, il cappone a Natale non manca mai, in particolare cappone ripieno con un trito di uova, grana e mortadella, accompagnato possibilmente da mostarda di Cremona. Altrimenti la tradizione vede sulle tavole lombarde un consommè di cappone in gelatina.  Con il cappone è d’obbligo un buon brodo, dove cuocervi tortellini o casoncelli (casoncei): la pasta fresca ripiena viene utilizzata sia per la cena della Vigilia (di magro), sia per il pranzo di Natale, più ricchi e grassi. A seconda delle tradizioni troviamo tra Bergamo e Brescia i casoncelli ripieni di carne o pasta di salame; tra Mantova e Cremona tortelli di zucca conditi con burro, salvia e parmigiano. Tra i dolci: immancabile il panettone, irrinunciabile il torrone, eventualmente anche una sbrisolona se c’è ancora posto. Portandovi il mio personale esempio il mio Natale in tavola prevede due portate per ogni piatto: una del nord e una del sud. Tra i primi, considerando la poca affinità con il brodo di mio padre, troviamo sempre un risotto, possibilmente allo champagne, e un buon piatto di linguine allo scoglio, o pennette al salmone a seconda degli anni. Proprio in onore della Lombardia, e della mia tavola di Natale personalizzata, vi regalo la ricetta del risotto in prosa, in milanese tratta dal sito la “La cusinna de Milan” di Giuseppe Fontana 1938.

“Gina, Gina, stavolta chi el risott
voeui cural mi. Prepara bella netta
la padella, che sem in sett o vott.
El broeud te ghe l’ee bon ? Sì ? De manzetta ?
Famel on poo saggià. Bon, bon, va là,
sent che odorin ? El fa resuscità.

El ris l’è del vialon rivaa su jer ?
L’è mondaa ? Torna a dagh ona passada.
Sù, sù, mett in padela el to butter
e on tochell de scigola ben tridada.
Mett a foeugh, fà tostà movend sul fond
cont el cazzuu a fal de color biond.

Dent el ris. Ruga. Bagnel cont el vin
bianch, magher (mezz biccer). Dent el zaffran.
Ruga. Fagh sugà el vin. Sent che odorin !
Sugaa ? Giò el broeud da man a man.
Boffa sott che’l dev buj a la più bella
de sentil a sparà in de la padella.

Bagnel del tutt e rangiel giust de saa.
Lassel coeus. Brava. Gratta giò el granon.
Oi, oi sott, sotta foeugh chel s’è incantaa.
Gina che risottin, che odor de bon !
Ten rugaa veh ! Adasi e dappertutt.
Varda, l’è quasi all’onda, on cinq minutt.

Giò che l’è pront. L’è moll ? Fa nient, el ven.
Dent el grana abbondant e on bell tocchell
de butter peu mantecchel ben, ben, ben,
menand sù svelt che’l ven e bon e bell.
Quest chi sì l’è on risott che var la spesa,
on risott propi faa a la milanesa !

Cott al punt, mantecaa a la perfezion,
bell, mostos, el te fà resuscità
anca on mort ch’è crepaa d’indigestion.
Tirel giò e mett on tavola che in là
con tant d’oeucc e sospiren guardand chi.
Servel, che vegni subit anca mi. “

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