Omicidio Marco Vannini: indagata un’ intera famiglia a Ladispoli


Marco Vannini, 22 anni, morto lo scorso maggio a casa della sua fidanzata a Ladispoli. Il ragazzo è morto a causa di un proiettile partito da una calibro nove a canna corta che ha centrato la spalla destra, attraversando il polmone e raggiungendo il suo cuore. L’unico inzialmente indagato per omicidio volontario fu Antonio Ciontoli, padre della fidanzata di Marco e sottufficiale nella Marina militare con un ruolo nei servizi segreti.

 

Omicidio Marco Vannini: la ricostruzione

Omicidio Marco VanniniSecondo quanto appurato e raccontato dai presenti in casa, quella sera Marco doveva dormire a casa Ciontoli, dopo aver avvisato la madre che non sarebbe rientrato. Mentre Marco era nella vasca da bagno, Antonio, il padre della fidanzata, sarebbe entrato in bagno per prendere l’arma, legalmente detenuta, e Marco gli avrebbe chiesto di mostrargliela. A questo punto, per un incidente, l’arma scivola dalle mani di Ciontoli che per afferrarla senza lasciarla cadere, sfiora inavvertitamente il grilletto e parte il colpo che si rivela mortale per Marco. Il proiettile raggiunge il ragazzo alla spalla destra passando per il polmone e raggiungendo il cuore del povero ragazzo. Poco dopo viene chiamato il 118, chiamata però immediatamente interrotta annullando la richiesta di intervento. Dopo circa mezz’ora la seconda chiamata al 118 dove si chiede intervento per un giovane ferito da un pettine. Infine, la corsa inutile verso l’ospedale dove Marco troverà la morte. La ricostruzione fatta dai protagonisti della macabra vicenda non convince gli investigatori. I soccorsi sono stati chiamati in ritardo, perchè? Marco avrebbe potuto salvarsi se i soccorsi fossero stati allertati per tempo? La procura di Civitavecchia sta indagando e la famiglia di Marco sostiene la tesi del depistaggio per infangare l’accaduto e nascondere la verità.

Omicidio Marco Vannini: una famiglia indagata a Ladispoli

La procura di Civitavecchia sta indagando sul caso e Alessandra D’Amore, pm, ha deciso di mettere sotto inchiesta tutta la famiglia presente quella sera: Antonio Ciontoli,  i figli  Federico e Martina, la moglie Maria e poi anche Viola, la fidanzata di Federico. Gli esiti delle scrupolose perizie svolte dal medico legale Luigi Cipollone e dal cardiologo Carlo Gaudio sono arrivati quattro mesi dopo quella fatidica sera e comprendono approfonditi esami incrociati con le analisi dello stub ed i rilievi del dna svolti nella caserma dei carabinieri sulle persone ora indagate.  Il fatto che Marco avrebbe potuto salvarsi probabilmente con un intervento tempestivo degli operatori saniotari se fossero stati immediatamente chiamati dai presenti quella sera, ha portato ad allargare le indagini a tutta la famiglia.

La famiglia di Marco Vannini si dice soddisfatta di questa svolta nelle indagini; secondo il legale della famiglia, Celestino Gnazi,  fin da subito c’è stato un tentativo di depistaggio da parte dei Ciontoli. Ora attendiamo le prossime ore per capire meglio la situazione. La famiglia Ciontoli, al contrario, non ha dimostrato nessuna reazione, neppure per mezzo del legale Andrea Miroli, pur confermando l‘iscrizione nel registro degli indagati dei suoi assistiti.

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