Gilberta Palleschi: La verità è nascosta nel cellulare della donna


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La sim, cioè la scheda del telefono appartenuta a Gilberta Palleschi, potrebbe rivelare importanti informazioni sulle ultime ore in vita della donna. Non è escluso che su quella scheda telefonica possa esserci traccia di chi ha potuto farle del male”. È questa l’indiscrezione investigativa raccolta in esclusiva da Giallo. Gli inquirenti stanno attendendo i risultati degli esami tecnici disposti dalla magistratura su quella sim card ritrovata da un uomo e consegnata ai carabinieri dopo tre giorni dalla scomparsa della professoressa di Sora, di cui non si hanno più notizie dal 1° novembre scorso.

PASSEGGIAVA DA SOLA, QUALCUNO LA SEGUIVA? Prende piede l’ipotesi che chi ha fatto sparire Gilberta sia una persona che la conosceva o che comunque sapeva bene chi fosse quella donna bionda con la tuta nera e le scarpe da ginnastica grigie che quella mattina passeggiava nella strada sterrata del comune di Broccostella, in provincia di Frosinone. Per questo non è escluso che chi ha a che fare con la scomparsa dell’insegnante di inglese avrebbe potuto contattarla e seguirla già da quando è uscita da casa. Intanto i carabinieri, coordinati dalla procura di Cassino, hanno di nuovo ascoltato alcuni testimoni che nelle ore seguenti alla scomparsa avevano riferito di averla vista passeggiare in quella strada dove poi sono stati trovati alcuni oggetti della donna. Gli inquirenti da questi testimoni si aspettano ulteriori dettagli, proprio perché è convinzione degli investigatori che le persone che hanno visto la professoressa, abbiano potuto vedere anche altre persone che percorrevano la stessa strada. È infatti, al vaglio della procura la testimonianza di un uomo, un ristoratore della zona, che ha fornito il seguente racconto: «Per lavoro percorro tutti i giorni la superstrada che unisce Sora a Cassino. Proprio la mattina del 1° novembre, tra le 10.00 e le 11.00, non ricordo con precisione 1 orario, un cane è sbucato sulla mia carreggiata e per non investirlo mi sono dovuto fermare e attendere che passasse. È stato allora che, guardando alla mia destra, proprio in quella via sterrata dove, successivamente, ho appreso che è scomparsa l’insegnante, ho notato un gruppo di persone.

Tra queste ho potuto vedere bene una donna minuta, capelli biondi, tuta nera e con qualcosa di bianco tra il collo e il petto. Credo possa trattarsi di Gilberta Palleschi, ma non ne sono sicuro. Nella stessa direzione di marcia, accanto all’insegnante, ho notato tre persone. I tre individui mi hanno colpito perché non indossavano un abbigliamento sportivo ma dei maglioni scuri tra cui uno di colore nero. Tra queste persone c era un uomo “massiccio”, molto corpulento e con la pancia pronunciata. A qualche metro di distanza ho visto la sagoma di una persona, piccola, forse una donna. Non ci ho fatto caso anche perché il mio sguardo era rivolto a quei tre. Quando il cane è passato, sono ripartito in direzione di Cassino. Non ho dato molto peso a ciò che ho visto e non ho pensato di riferire la cosa perché non sapevo della scomparsa di Gilberta Palleschi e, solo nei giorni successivi, ho appreso ciò che era successo. Per questa ragione, all’inizio, non ho fatto alcun collegamento tra la scena che ho visto e la sparizione della donna».

«GILBERTA, VITTIMA DI UN’AGGRESSIONE» L’uomo prima di chiudere il verbale della sua testimonianza ha dichiarato anche di conoscere Gilberta e la sua famiglia. Dice a Giallo l’avvocato Massimiliano Contucci, legale della famiglia Palleschi: «Riteniamo che si tratti di un testimone attendibile. È una persona seria e non ha sfiorato minimamente l’argomento della ricompensa in denaro fissata dal fratello di Gilberta da versare a chiunque fornisca informazioni utili a ritrovare la sorella. L’uomo che ha detto di avere visto quelle tre persone insieme alla donna, ha collocato la sua testimonianza proprio nel luogo esatto dove poi sono stati rinvenuti alcuni oggetti appartenenti alla professoressa. Dall’idea che ci siamo fatti è molto probabile che Gilberta Palleschi sia rimasta vittima di un’aggressione che non escludiamo possa essere premeditata. Intanto più passano i giorni, più si affievoliscono le speranze di trovarla viva. I familiari ancora una volta lanciano un appello a chiunque sia in grado di fornire informazioni su quella che è, a tutti gli effetti, una scomparsa misteriosa».

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