Facebook: ecco come guadagna Mark Zuckerberg.


Il sito fondato da Mark Zuckerberg (nominato Uomo dell’anno 2010 da Time) è per moltissime persone la prima tappa delle navigazioni sul web e il posto privilegiato dove incontrare amici, esprimersi, discutere, condividere esperienze, conoscere nuova gente. E il vantaggio fondamentale è che tutte queste attività si possono fare totalmente gratis. Vi siete mai chiesti come sia possibile? Come fa Facebook a fare soldi?

Facile grazie: la vendita di spazi pubblicitari. La pubblicità costituisce per Facebook la maggior fonte di introiti. Il motivo è semplice: l’azienda di Palo Alto può fornire alle società che intendono fare inserzioni pubblicitarie su internet dei dati che altri siti non sono in grado di mettere a disposizione. Oltre alle informazioni più comuni dei singoli utenti (età, sesso, luogo di provenienza), un inserzionista può trovare un elenco enorme di dati estremamente dettagliati che permettono di confezionare un messaggio pubblicitario su misura e avere la ragionevole certezza che il destinatario possa essere interessato al contenuto dell’annuncio. Sui profili pubblici, infatti, si possono ricavare, direttamente o meno, numerose informazioni riguardo alle preferenze degli utenti nei settori più disparati: dai gusti nel vestire alle scelte che riguardano l’alimentazione, dal gradimento degli oggetti tecnologici alla musica, i film e i libri preferiti. Da questi e altri dati, gli esperti di marketing delle aziende possono stabilire con più facilità che tipo di acquisti fa potenzialmente ogni singolo utente e personalizzare il tipo di annuncio pubblicitario, sapendo di andare a “bussare alla porta giusta”.

Ma c’è di più. Facebook, come è noto, è una rete sociale di relazioni e quindi raccoglie e rende “pubblica” anche la lista degli amici di ogni utente. Le probabilità che un gruppo di amici condivida anche gusti e preferenze in termini di consumi sono piuttosto alte e questo permette alle aziende che investono in pubblicità su Facebook di selezionare e di ampliare più velocemente la platea dei potenziali acquirenti a cui proporre prodotti e servizi.

La vendita di spazi pubblicitari però non si rivolge solo ai grandi gruppi e alle multinazionali. Chiunque, anche una piccola azienda o un utente stesso, può acquistare uno spazio su Facebook per tentare di dirigere altri utenti sul proprio profilo, su una fan page o altrove e indurli a seguire una “causa” o ad acquistare un prodotto. Uno studio del gruppo Borrell Associates stimava che nel 2009 il 74% degli introiti di Facebook sarebbe provenuto da inserzionisti pubblicitari locali.
La pubblicità però non è l’unico modo in cui il social network di Zuckerberg fa soldi: ci sono anche le applicazioni che Facebook ospita sui propri spazi. Agli sviluppatori di “apps”, giochi online e altri oggetti virtuali che gli utenti possono acquistare o regalarsi tra di loro, Facebook chiede naturalmente una ripartizione dei ricavi. Anche in questo caso, chi mette a punto le applicazioni può contare sui dati presenti sulle pagine pubbliche di Facebook e realizzare servizi personalizzati e più incisivi. Per il momento, il settore delle applicazioni è una fonte di guadagno ancora marginale ma se e quando il gruppo di Palo Alto realizzerà il sistema di micropagamenti che ha annunciato, potrebbe rivelarsi un mercato esplosivo.

Una macchina per fare soldi, quindi. L’unico serio problema con cui Zuckerberg e soci devono confrontarsi continuamente in ognuno dei paesi del mondo in cui il social network è attivo è quello della privacy. Se le restrizioni legali sul trattamento dei dati personali aumentassero e il numero di pagine pubbliche presenti su Facebook dovesse diminuire, gli investitori potrebbero perdere interesse ad acquistare spazi pubblicitari. Per il momento, però, Facebook ha adottato una linea di maggiore cautela che sembra avere successo, in quanto le polemiche sulle presunte violazioni della privacy degli utenti si stanno lentamente placando e gli inserzionisti pubblicitari continuano a comprare sempre più spazi.

Il trend positivo continua senza sosta. Nel 2009, lo stesso Zuckerberg ha annunciato al mondo che la sua creatura aveva un “flusso di cassa positivo” che bastava a coprire le spese. Nelle previsioni, quindi, adesso Facebook conta di ridurre i debiti — normali per un’impresa nata nel 2004 — verso i gruppi di venture capital che hanno investito sull’idea dell’ex studente di Harvard. In più, è molto probabile che nel giro di pochi anni, probabilmente nel 2012, l’azienda si quoti in Borsa. La valutazione iniziale delle azioni? Nel 2009 molti analisti finanziari sostenevano che il complesso dei titoli quotati di Facebook potesse valere tra i 9,5 e i 13 miliardi di dollari. Nel 2010, invece, i report hanno previsto valutazioni molto più alte: tra i 18 e i 35 miliardi di dollari. Qualcuno ha azzardato anche una previsione monstre secondo cui la quotazione iniziale di Facebook sui mercati finanziari potrebbe valere 100 miliardi di dollari. Non male per un sito creato da un ragazzo che all’epoca aveva solo 19 anni ed era stato appena lasciato dalla fidanzata.

fonte: yahoo

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