Elisabetta Canalis e Brian Perri: Nei nostri progetti c’è un figlio”


La prima volta che ho visto Brian ho chiesto alla mia manager americana, Janine, di presentarmelo. Sapevo che era suo amico e mi ispirava. Lui, dopo avermi conosciuto, ha detto: “Che ragazza dolce”. Capito? Come facevo a non sposare un uomo che mi vede così?». Ci voleva un chirurgo di 46 anni di Los Angeles per far capitolare Elisabetta Canalis in meno di un anno. Brian Perri e l’ex velina si sono conosciuti lo scorso ottobre e, dopo aver convissuto a Los Angeles, ecco che il 14 settembre 2014, alle 17 e 45, si sono giurati amore eterno nella cattedrale di Santa Maria dell’Immacolata, ad Alghero, proprio sotto la casa dove Elisabetta è cresciuta. C’era tutto il paese ad attenderla nel piazzale della chiesa e, quando è scesa dall’auto, accompagnata dal padre, ha deciso di premiare la loro attesa, fermandosi a salutare tutti e a mandare baci con la mano. Cancellando con un solo gesto le polemiche pretestuose di chi si è lamentato per le strade chiuse e l’evento blindato (più per motivi di sicurezza e ordine pubblico che per la nostra esclusiva), Elisabetta ha voluto far capire ai suoi concittadini che la sua festa e la sua gioia erano anche loro.

Fra i più sorpresi per la calorosa accoglienza c’erano sicuramente i circa 70 invitati americani (il solo Brian ha 11 fratelli): nulla di hollywoodiano, ma l’affetto genuino degli italiani che scalda il cuore. Ancora di più, però, ha fatto lo sposo, che ha voluto recitare la promessa di matrimonio nella nostra lingua. Ha incespicato solo quando ha detto “giuro di esserti fedele” e Stefano De Martino, seduto con Belen Rodriguez a pochi passi dall’altare, ha scherzato: “Questa frase gli uomini fannoCattura sempre fatica a dirla!”. Nell’aria, intanto, risuonavano le note della Cavalleria rusticana, l’alleluja di Jeff Buckley (cantata da Roberto Acciaro), il Deus ti salvet Maria (cantata da Bianca Atzei), i violini di Davide Pais e il coro di 30 elementi Nova Eufonia (regalo della wedding designer, Elisa Mocci) che ha eseguito Now we are free, la canzone de Il gladiatore, durante la Comunione. All’uscita dalla Cattedrale, dopo le 18, nuovo bagno di folla per gli sposi con il lancio del riso (che era stato distribuito dall’organizzazione ai tanti curiosi assiepati ai lati della piazza), e poi la carovana degli invitati si è diretta a pochi chilometri di distanza, nella storica tenuta “Sella e Mosca”, allestita solo per l’occasione come un enorme set per il matrimonio dell’anno. Al momento dell’aperitivo la Canalis ha avuto modo di salutare tutti gli ospiti con calma. Molto caldo l’abbraccio con Belen: un anno fa Elisabetta era al suo matrimonio e un mese dopo ha conosciuto Brian, l’uomo della sua vita. Eli e Belen si sono passate il testimone e la showgirl sudamericana ha fatto di tutto per essere presente in questo giorno, così come Stefano De Martino, che è volato da Napoli a Olbia e poi ha percorso la Sardegna in macchina per raggiungere Alghero. «Eli è una persona alla quale voglio molto bene», ci dice Belen, «mi è piaciuta da subito, è un’amica leale, nemmeno a Sanremo sono riusciti a farci litigare (ride, ndr). Ha avuto il coraggio di fare la sua festa di matrimonio proprio nei suoi luoghi, e di portarci tutti qui a condividere un pezzo della sua vita».

Il vestito di Belen, di Zuhair Murad, ha destato scandalo per le sue trasparenze sexy. «Ma no», scherza, «basta che due persone su Internet scrivano una critica che subito diventa una polemica del web. Troppo nuda? Io sono sempre scoperta, sono sudamericana (scherza, ndr)». Anche Maddalena Corvaglia, amica storica di Elisabetta, velina insieme con lei nelle più fortunate edizioni di Striscia, si è commossa. «Elisabetta ha trovato un uomo meraviglioso, che la ama e la capisce, uno con l’aria da duro e il cuore d’oro. Un po’ come il mio Steve, rocker nella vita, dolce e comprensivo in casa. Li abbiamo scelti così, siamo dovute andare fino in America per trovarli!», scherza. Mentre gli ospiti si accomodano nella cantina “Sella e Mosca”, fra le preziose botti, per una cena caratteristica (le cassette dei vini si sono unite all’eleganza dei fiori bianchi e a un tripudio di candele, mentre sul soffitto drappi bianchi impreziosivano la sala), ne approfittiamo per “rapire” gli sposi. «Vi ringrazio per quello che avete scritto di noi, del nostro amore, avete reso tutto il bello della nostra storia», ci dice Brian, in italiano misto ad americano. Ma ora tocca alla sposa. Domanda. Ha appena compiuto 36 anni, due giorni dopo si è sposata, ha capito che era il momento di costruire? Risposta. «Ho sempre sognato il matrimonio, mi sono solo presa parecchio tempo per decidermi a farlo, ma se l’avessi fatto prima non sarebbe stato giusto, ora ho una maturità che mi rende più consapevole. Con Brian ho capito istintivamente che sarebbe stato l’uomo per sempre, perché abbiamo molte cose in comune e riusciamo a condividere la quotidianità come se fosse sempre qualcosa di speciale. Abbiamo parlato fin da subito di nozze e le abbiamo organizzate come piace a noi, rapidamente, correndo a mille all’ora. Brian è stato fantastico, mi ha solo chiesto di avere il caffè americano per gli ospiti e di poter fare la sua promessa di matrimonio in italiano. Studia la nostra lingua e va a lezione ogni settimana, in comune con noi ha il fatto di non essere tassativo come sono gli americani, lui è più elastico».

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